Il
sistema calcio italiano è in una fase di decadenza continua. Una
crisi progettuale e identitaria. Non c'è nemmeno più spazio per la
nostalgia, è evidente che l'Età dell'oro non ritornerà più. Il
tempo dei mecenati è scomparso, evaporato e con esso le manie di
grandezza dei maggiori club.
La
Serie A è un torneo di retroguardia. Propone un gioco sospeso tra
conservazione e innovazione, un ibrido dove prevale la tattica e il
risultato.
Le
Istituzioni sono immobili e autoreferenziali. Procedono timorose,
attente a coltivare il loro “particulare”. E la continuazione nel
football di un metodo politico che prevede la non decisione: si
aspetta Godot e si prospera di potere, seppure sempre più stantio.
Non
solo: nei prossimi mesi si deve chiarire la vicenda Juve. Ancora uno
scandalo e altre squadre potrebbero essere coinvolte.
Uno
scenario preoccupante.
Sul
piano nazionale l'interesse non manca e gli stadi propongono una
discreta affluenza.
La
debolezza è sul versante internazionale. In Champions l'ultima
vittoria è quella dell'Inter nel 2010; manca una Coppa Uefa (ora
Europa League) dal 1999.
Ma
c'è una variabile. La speranza può all'improvviso rinascere. Viene
dal Sud. È un vento caldo. Soffia forte. Porta le folate
dell'imponderabile.
E
può smentire il sommo Manzoni: il vaso di terracotta, se ben
costruito, può viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.
Il
Napoli ha numeri e talento: può arrivare in fondo alla
manifestazione.
Il
Campionato è stravinto, le rivali non esistono: sia sotto il profilo
tecnico, sia sotto quello del gioco. Sul cammino non ci sono
ostacoli. Si possono profondere energie normali, se non minime.
L'occasione
è irripetibile, la Coppa dalle grandi orecchie non è un miraggio.
Gli
azzurri l'avversario non lo aspettano, lo assaltano con una manovra
asfissiante. L'atteggiamento non è quello di speculare, ma quello di
affondare in velocità.
La
squadra ha fiducia, si muove compatta, vive di amalgama.
Il
tasso tecnico è di livello, ma ci sono due elementi che fanno la
differenza e si levano sopra la media: Osimhen e Kvaratskhelia.
Le
grandi d'Europa hanno delle imperfezioni, la stagione, per via del
Mondiale, è anomala.
Non
si tratta di illudersi vagheggiando, si tratta di continuare a
esprimersi come gli azzurri stanno facendo da mesi.
L'ambizione,
se concreta, è capace di spingere: in maniera possente.
Il
vaso di terracotta può resistere e mantenere intatta la sua
bellezza.
E
come scrive il poeta: qualche volta si può vedere quello che si
sogna.