HOCKEY
C'è modo e modo di perdere
Un Lugano inguardabile sovrastato dal Rapperswil: ora si fa dura
Pubblicato il 22.02.2023 08:58
di Marco Maffioletti
Sbigottimento. Questo è il sentimento patito vedendo l’entrata in materia del Lugano a Rapperswil. In una partita importantissima nel momento decisivo e più delicato della stagione, i bianconeri si fanno cogliere impreparati e vengono surclassati dagli avversari. Inconcepibile l’attitudine messa sul ghiaccio da Alatalo e compagni. Il nome del difensore non è causale. Il naufragio è sì collettivo, ma il numero 22 è un po’ il simbolo della disfatta patita. Tanta approssimazione, una leggerezza difficilmente accettabile e che solitamente non si vede neanche nelle classiche amichevoli di agosto. Cosa avrà pensato il babbo in panchina? I sangallesi sono andati a nozze con le loro ripartenze, sfruttando clamorosi strafalcioni accaduti in zona neutra e punendo la troppa passività sottocenerina. Per non parlare della difesa dello slot. Difficile pure comprendere come uno Stoffel, un giovane in rampa di lancio che cerca un posto nella massima lega, si possa permettere di gestire un disco in maniera tanto scellerata, manco fosse Roman Cervenka. Nemmeno un fuoriclasse può permettersi tanta approssimazione a questi livelli, figuriamoci un ragazzo della quarta linea spesso dirottato ai Ticino Rockets.
Insomma, un disastro su tutta la linea, con il complesso di Hedlund che ha rifilato una vera lezione di hockey al team guidato da Luca Gianinazzi. Spiegazioni? Difficile darne o trovarne, nemmeno gli stessi giocatori sanno fornire una risposta. La sensazione è che manchi un po’ il fuoco sacro, quello spirito da combattente. In parole povere mancano gli Alessandro Chiesa e i Raffaele Sannitz, gente disposta a sputare sangue per la maglia, gente con personalità, giocatori che incarnano la figura dei leader. In questo senso l’assenza di un Julian Walker non aiuta attualmente. L’esperto attaccante, con l’ottimo Marco Müller, è forse l’ultimo vero lottatore rimasto nello spogliatoio bianconero. Per il Lugano sarebbe fondamentale riuscire a recuperare questi ultimi due elementi.
E che dire di Luca Gianinazzi? Sicuramente anche il giovane tecnico ha le sue colpe, ma alla fine sono i giocatori ad andare sul ghiaccio. Con l’indole mostrata ieri dai singoli giocatori, si può mettere in panchina anche l’Arno Del Curto dei tempo d’oro, senza cavarci nulla. Il “Giana” ha preparato male la partita? Difficile da dire, ma in un rush finale del genere dovrebbe andare da sé che i giocatori siano comunque prontissimi, carichi e affamati, indipendentemente dagli impulsi che arrivano dallo staff tecnico. Nessuno chiede le trame pregevoli o la rete spettacolare, perlomeno ora, ma almeno uno spirito battagliero, come quello sfoderato a Berna. Poi per carità, si potrà anche perdere, ma c’è modo e modo. Ormai siamo all’ultima chiamata, il tempo sta per finire, ora o mai più.