OFFSIDE
Al Lugano manca passione? Mah...
Da Chicago Heitz tira le orecchie alla sua squadra e fa invece i complimenti al Crus...
Pubblicato il 25.02.2023 11:08
di L.S.
Il capo ha parlato. Lo ha fatto da Chicago, sulle colonne del Cdt. Non stiamo parlando di Joe Mansueto, che lo ricordiamo con piacere per la conferenza stampa del 25 maggio scorso al LAC accanto alla Coppa vinta dieci giorni prima a Berna.
Questa volta a parlare, è stato George Heitz (nella foto Putzu), braccio destro del proprietario del Lugano e dei Chicago Fire, l’uomo che da lontano influenza le strategie del club bianconero.
Tanti elogi, meritatissimi, a Croci-Torti, mentre una tirata d’orecchie alla squadra. Il Lugano dovrebbe giocare con più passione! Parole che colpiscono, per certi versi inattese.
Alla squadra del Crus mancherebbe passione. Ma come, una squadra che ha appena vinto la Coppa Svizzera, è terza in campionato e sabato ha messo sotto l’YB, giocherebbe senza il sacro fuoco addosso?
Una riflessione, quella del boss basilese ora di stanza a Chicago, che apre un dibattito.
Parole dette per stimolare la squadra o per giustificare semplicemente l’intervista di Steffen della scorsa settimana? Ricordiamo che il giocatore della nazionale se l’era presa un po’ con i compagni, rei di non capirlo fino in fondo. Lui, venuto a Lugano per cambiare la mentalità dello spogliatoio, aveva incontrato delle resistenze ed era andato in crisi. Un uomo sensibile che si era assunto delle responsabilità troppo grosse? Chissà. Intanto Renato, dopo quell’intervista, ha risposto sul campo, tirando fuori una grande prestazione contro lo Young Boys. La speranza è che vada avanti così.
A proposito del tema della passione, sarebbe bello sapere cosa ne pensa, nel profondo del suo cuore, il Crus. Anche perché proprio sotto la sua gestione, il Lugano ha sempre dato l’impressione di mettere in campo grinta e intensità. Forse non ha sempre giocato un calcio lineare ed efficace, mancando a volte di lucidità, ma come ha confermato anche il mister ieri in conferenza stampa, la voglia di fare la partita e di lasciare tutto sul campo non è mai mancata. Anche perché se così non fosse, sarebbe lui a doversi assumere delle responsabilità.
Heitz, che ha confermato che non verrà mai a lavorare a Lugano (non parla l’italiano, cosa che invece fa Da Silva, che ormai è un punto forte di questa società), da una parte vuole più passione, ma dall’altra conferma con l’acquisto di Shaqiri (non proprio l’uomo che sprigiona passione e grinta a ogni partita) che ormai il calcio, parole sue, sono soprattutto spettacolo e business.
Insomma, divertire e divertirsi, possibilmente perdendoci meno soldi possibili.
A Chicago finora ci sono riusciti soltanto a metà: i playoff sono rimasti una chimera, mentre dal punto di vista del mercato, giusto riconoscere a Heitz un paio di ottimi colpi in uscita che avranno sicuramente fatto felice anche Mansueto. Che però adesso, sempre parole sue, vuole vincere.