CALCIO
Conga, playstation e cuore granata
Santiago Miranda si confessa: è felice di giocare nel Bellinzona
Pubblicato il 26.02.2023 07:20
di Enrico Lafranchi
Da titolare l’avevamo visto giocare durante la scorpacciata di reti contro il Wil, poi il suo impiego settimana dopo settimana è stato rimandato alle Calende greche finché Stefano Maccoppi domenica lo ha schierato a Losanna (partita in cui ha presidiato con autorevolezza la fascia difensiva). Comprensibile la gioia del giocatore che ha ‘regalato’ i suoi primi 90 minuti ‘interi’ ai genitori che abitano nella Svizzera interna. Adesso Santiago Miranda spera di ritagliarsi degli spazi un po’ più ampi. È solo giocando che potrà acquisire maggiore sicurezza e confidenza con i compagni (al suo arrivo era partito alla grande con Aeby, poi Schällibaum l’aveva messo da parte). Il Bellinzona dispone di un ottimo collettivo formato da giocatori di buon livello e di alcune individualità di spicco. La concorrenza è enorme, Santiago vuole farsi trovare pronto all’appello del mister. Per lui ogni partita è sempre un momento di felicità, anche quando la vive dalla panca. Ha trovato nell’ACB un ambiente molto familiare (“Siamo tutti amici”), si è guadagnato gli applausi (e gli affetti) del pubblico. Un anno è lungo e breve allo stesso tempo. Cosa e come è cambiato ce lo dice lui stesso (uscendo anche un attimo dal ‘seminato’…).
Santiago, non deve essere stato facile allontanarti così giovane dalla famiglia:
“Sì, è vero. All’inizio ho sentito molto la mancanza dei miei genitori ma adesso mi sento come a casa. Un po’ di nostalgia ce l’ho ancora ("Casa mia, nostalgia che passa e va…", canta l’Equipe 84), però è un sacrificio che bisogna fare. Li sento tutti i giorni papà e mamma, ho contatti frequenti anche con gli amici (è arrivato in Svizzera quando aveva un anno, ndr)”.
Con il calcio come va? 
“Abbiamo attraversato un momento difficile, ora però va meglio. A Losanna abbiamo dimostrato che il ‘cuore’ c’è. Nel calcio, come nella vita, per ottenere qualche cosa devi volerlo fino in fondo. Domenica abbiamo veramente dato tutti il massimo. È necessario continuare così”.
Come sono gli allenamenti? 
“Molto duri ed intensi (non a caso la ‘cura’ Maccoppi sta dando una scossa alla squadra, ndr)”.
Lo spogliatoio? 
“Il nostro è un gruppo molto affiatato, siamo in 11 sul campo e anche fuori. Ognuno di noi ha il suo carattere, ma lo spirito è lo stesso (vivace, giocoso). In partita ci mettiamo grinta e cuore (e in allenamento un grande entusiasmo, ndr)”.
Hai fatto del calcio la tua professione, come vivi la giornata? 
“Ci alleniamo di solito in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, dopo pranzo riposo un attimo, poi faccio palestra. Alla sera gioco a Playstation con gli amici”.
Niente televisione? 
“No no, solo Playstation…”.
Musica? 
“Soprattutto la musica argentino-uruguagia, la conga mi piace molto. Anche quella inglese, un po’ meno Sanremo (ci sta una bella risata... - ndr)”.
Oggi si va ad Aarau, sarà dura anche lì:
“Sì, un’altra partita di sofferenza e di… guerra (ride, ndr)”.