CALCIO
Un mancino Pugliese per il centrocampo granata
Uomo dai piedi buoni, ex Chiasso e Sciaffusa, spera di restare a lungo nella capitale
Pubblicato il 02.03.2023 10:51
di Enrico Lafranchi
Valentino Pugliese (25 anni) conosce bene Stefano Maccoppi. E ne porta grande stima: “A Chiasso avevamo iniziato un ciclo con una certa filosofia (di gioco e di mentalità) ma poi il mister se ne è dovuto andare”.
Il mister era appunto Maccoppi che di Valentino conosce vita e miracoli: “È un giocatore dai piedi buoni (mancino, una rarità nell’ACB, e mamma mia che palleggio! - Ndr), in possesso di grande tecnica. Valentino ci darà un contributo di esperienza e maturità”.
Le loro strade a dire il vero si sono congiunte per pochissimo tempo e per motivi diversi (Stefano aveva dovuto lasciare la panchina per assumere temporaneamente il ruolo di direttore tecnico). Conoscendo quasi a memoria il Chiasso degli ultimi anni, abbiamo chiesto a “Vale” che ne è stata della sua ‘avventura’ coi rossoblù in prospettiva di quella che ha appena iniziato a Bellinzona.
Maccoppi e Pugliese, guarda un po’ come è la vita, hanno avuto qualcosa in comune nel calcio. Più precisamente in quello bulgaro: l’uno per essere stato un calciatore, l’altro allenatore. Entrambi in squadre della massima categoria.
Zurighese di nascita, classe 1987, doppio passaporto (ma non se la sente ancora di parlare l’italiano) il neoacquisto di Bentancur – il patron ha chiamato alla sua corte altri due giocatori  (Lucas Peres e Marco Curic, mentre potrebbe arrivare ancora un terzo), quasi sicuramente in prospettiva futura – ha svolto le giovanili a Basilea, nello Zurigo e nel San Gallo. Ha poi giocato nel Wil, a Chiasso era arrivato direttamente dallo Sciaffusa. Ecco un giocatore in più che vanta un’ottima esperienza e che non correrà di sicuro il grosso rischio di non farsi trovare preparato ad affrontare questa seconda parte di campionato, iniziata come peggio non si poteva e in cui ci si dovrà battere con grinta (e coraggio) nella difficile ‘avventura’ della salvezza. Oggi ne sono tutti coscienti di questa situazione. A Bellinzona si è voluti andare troppo di fretta in una categoria alla quale gran parte di squadre è ‘abbonata’ da anni e in cui giocano compagini retrocesse dalla Super League. Si potrebbe pensare che anche il Bellinzona debba essere messo sulla linea di un Thun, di un Losanna e di un Wil. Si dimentica però che quella che è tornata a evolvere in Challenge League quest’anno è completamente tutta un’altra cosa. Una squadra ripartita sull’entusiasmo di sole forze locali (sia a livello di dirigenti che di giocatori) che cammin facendo per tenere il passo con le altre è stata costretta a cambiare pressoché completamente il suo look. Sta qui la differenza, qualcuno sembra esserselo dimenticato!
Intanto dobbiamo dire che Valentino si è integrato magnificamente nell’ambiente bellinzonese. L’abbiamo visto allenarsi in questi giorni con grande impegno e grande entusiasmo. Dimostra di godersi al massimo questo momento, a noi dà l’impressione che possa persino diventare il beniamino dei tifosi. È davvero un ‘elemento’ di classe, peccato che per un po’ non potremo vederlo in campo con Ocampo (l’uruguagio è tuttora in infermeria). Pugliese è stato chiamato a rimpinguare l’organico nel settore nevralgico del campo che sarà purtroppo orfano per ben tre partite (Stade Losanna, Vaduz, Xamax) anche di Dragan Mihajlovic.
“Vale”, come è stato il tuo secondo impatto con il calcio ticinese?
“Magnifico è dire poco. A Bellinzona tira un buon vento (piuttosto freddino a dire il vero da qualche giorno a questa parte…, ndr), penso di già essere entrato nei meccanismi della squadra. Gira tutto alla perfezione, lo spogliatoio è super!”.
Ti vedo euforico: 
“Sono veramente soddisfatto di essere venuto qui. ‘Sento’ già questa maglia, la vorrei addosso anche l’anno che verrà! (Ride)”.
Del patron Bentancur che idea ti sei fatto?
“Pablo è un grande uomo di sport, un gentleman”.
In Bulgaria hai giocato in diverse squadre: che calcio è quello bulgaro rispetto al nostro? 
“È molto diverso già sotto l’aspetto della mentalità. Ed è molto più aggressivo di quello che giochiamo qui. E anche meno tecnico”.
In Svizzera ti eri già fatto un nome con lo Sciaffusa: 
“Esatto. Ho giocato a Wil e a San Gallo, poi nello Sciaffusa. Tutte belle esperienze. Ad allenare i renani era Boris Smiljavic (ora all’Aarau, guardate che coincidenza, ndr)”.
Del Chiasso che ricordo hai? 
“Premetto che sono molto dispiaciuto di quanto è successo al FC Chiasso. Quando ho giocato io in panchina c’era Maccoppi, poi è arrivato Lupi. La squadra era buona ma per il resto era un po’ tutto un caos”.
Ti dispiace che il tuo debutto ad Aarau non sia andato come speravate? 
“Eh sì, è un gran peccato. Penso che senza i due cartellini rossi almeno un punto lo avremmo conquistato”.
Domenica giocate una partita che non potete assolutamente perdere: 
“Tutta la squadra giocherà per vincere. Non c’è altro risultato che conti!”. 
Ha ragione “Vale”. Deve essere messo lo stop ai capitomboli. Soprattutto a quelli casalinghi. Sono 7, tanti, troppi! Poco importa che lo Xamax vinca o perda dall’Aarau (il Vaduz se la deve vedere con il Losanna). Bisogna trovare gli stimoli giusti per una svolta. Prima degli scontri diretti!