HOCKEY
Chi perde è... perduto
Lugano e Ambrì sono arrivati alla resa dei conti: chi sbaglia è fuori e dovrà leccarsi le ferite
Pubblicato il 02.03.2023 11:24
di L.S.
Lo abbiamo voluto, quasi implorato, lasciandoci andare a previsioni del tipo “vedrete che il 2 marzo sarà decisivo”, e adesso è arrivato. Già, poche ore e il derby sarà (finalmente) realtà.
Dopo 50 partite la sfida di questa sera alla Gottardo Arena sarà decisiva. Né più né meno.
Lo sport è così: a volte una sola partita può valere un’intera stagione. Succede spesso, non è la prima volta.
Stasera una parata o un gol può entrare nella storia di queste due società.
I bianconeri dicono, comprensibilmente, che i derby che contavano loro li hanno vinti nel 1999 e nel 2006.
Hanno ragione, quelle vittorie resteranno per sempre, nel bene o nel male, nei libri di storia.
Adesso però la… storia è un’altra e di acqua sotto i ponti da quegli anni ne è passata parecchio.
L’Ambrì, dopo tante stagioni di sofferenza, il trasloco nella pista nuova e una squadra che sembra decisamente più competitiva rispetto al passato, ha voglia di iniziare a crescere. O almeno dovrebbe. Nonostante le parole di grande prudenza del suo coach, che continua a ripetere “ricordiamoci da dove veniamo”, è normale che anche in Valle abbiano voglia di prendersi qualche bella soddisfazione. Ricordarsi il passato è giusto, ma ambire a un futuro migliore è legittimo. Ci mancherebbe altro.
A Lugano, da quel 2006, ci sono stati più dolori che gioie, più delusioni che affermazioni. Certo, si sono disputate due finali, ma l’impressione, soprattutto in queste ultime due stagioni, è che la squadra/società abbia smarrito un po’ la bussola.
L’arrivo di McSorley, i proclami di vittoria, la delusione e la fragorosa retromarcia verso un progetto a lungo termine affidato a un tecnico senza esperienza sono tutti episodi che devono far riflettere.
Stasera, giusto dirlo, hanno tutti qualcosa da perdere.
L’Ambrì non può restare fuori dai preplayoff, perché dopo la grande rimonta dello scorso anno e una squadra rinforzata, l’obiettivo era dichiarato. La vittoria della Spengler, affascinante ma pur sempre amichevole torneo natalizio di Davos, non può certo bastare per salvare la stagione.
In caso di vacanza prematura, Lombardi e Co. farebbero bene a cercare di capire cos’è successo quest’anno.
Se la stessa sorte toccasse invece al Lugano, non si parlerebbe di fallimento, ma addirittura di “sciagura”. Non arrivare tra le prime dieci vorrebbe dire aver sbagliato tutto l’immaginabile e renderebbe complicato ripartire con la stessa struttura la prossima stagione.
Lo si farà, ormai lo si è capito, ma le basi su cui ricostruire rischiano di non essere solidissime.
Ecco perché questo derby rappresenta qualcosa di più di una sfida per i preplayoff: è una partita che può valere il giudizio sul presente e i piani futuri delle due società.