HOCKEY
L'Ambrì poteva fare di più? Sì, ma...
Cereda potrebbe optare per una nuova sfida dopo sei logoranti anni in Valle: intanto Duca...
Pubblicato il 03.03.2023 09:01
di Marco Maffioletti
Il derby ha dato un suo primo responso. Il Lugano con la meritata vittoria può ancora sperare di arrivare ai pre-playoff, l’Ambrì invece deve dire addio ai sogni di gloria. È stato un derby combattuto e interessante, giocato a viso aperto da entrambe le squadre. I bianconeri si sono fatti nel complesso preferire e sono stati bravi a reagire dopo avere incassato sul finire di tempo centrale la rete di Bürgler. Il punto dell’1 a 2 avrebbe potuto insinuare dubbi nella menta sottocenerina e lanciare la rimonta locale, non era evidente gestire la situazione per Alatalo e compagni.
La squadra di Cereda (nella foto Putzu) per contro nell’ultima frazione è apparsa forse un po’ a corto di benzina, comprensibile dopo il tour de force degli ultimi giorni, è mancata forse un po’ di lucidità. Il Lugano ha anche brillato per la sua disciplina, evitando penalità inutili, l’unica piccola macchia è stata un cambio scorretto. Sugli scudi anche Koskinen, il portiere ieri ha giustificato la licenza straniera. Il Lugano si giocherà tutto domani, una vittoria piena assicurerebbe l’accesso ai pre-playoff, visto che il Kloten ha vinto solamente dopo i rigori. La sfida contro la capolista Bienne non sarà evidente, mentre gli Aviatori si recheranno a Davos. Sulla carta l’impegno più facile è quello degli zurighesi, visto che il Davos non ha più nulla da chiedere alla classifica, mentre i Seeländer cercheranno di difendere la leadership.
L’Ambrì dal canto suo terminerà il campionato al dodicesimo posto. L’obiettivo di accedere ai pre-playoff è dunque stato fallito. Domani a Rapperswil si cercherà di chiudere positivamente con una prova dignitosa. Poi ci sarà molto tempo a disposizione per analizzare l’intero percorso a bocce ferme. Bisognerà soprattutto capire se l’Ambrì ripartirà da e con Luca Cereda. Essere il coach dei sopracenerini non è evidente, è logorante e dopo 6 stagioni non sarebbe poi così sorprendente se il nativo di Sementina dovesse e volesse optare per una nuova sfida. Ieri oltretutto sono nuovamente piovuti dei fischi durante la partita, in particolar modo durante un powerplay locale. Un fatto che sicuramente il 41.enne non ha gradito. Libero da ogni vincolo contrattuale, come arcinoto, Cereda potrebbe fare gola a qualche altro club, come ad esempio il Berna.
Ovviamente, nel caso di una partenza dell’ex numero 16, si porrebbe il quesito pure in merito alla posizione del direttore sportivo Paolo Duca. I due hanno sempre affermato che avrebbero iniziato e terminato l’avventura insieme. Insomma chi vivrà vedrà. Una cosa è però sicura, Cereda (con Paolo Duca) ha svolto fin qui un lavoro incredibile in tutti questi anni, ha ridato lustro alla società, facendole riguadagnare credibilità all’interno del mondo hockeistico elvetico, ha dato la sua anima alla causa con una dedizione fuori dal normale e ci ha sempre messo la faccia. Si merita l’assoluto rispetto e gratitudine da parte di tutto l’ambiente biancoblù.
L’Ambri in definitiva ha mancato l’accesso al postseason a causa del momento difficile a cavallo tra ottobre e novembre, dove le sconfitte si sono accumulate. Un altro motivo a fare pendere l’ago della bilancia dalla parte negativa sono stati i diversi passi falsi commessi in casa. Nel complesso le prestazioni non sono però state così pessime, rare le serate dove Grassi e soci hanno steccato di botto e l’impegno non è mai mancato. L’Ambrì ha forse pagato dazio un po’ al centro. Il ruolo in definitiva più importante dopo quello del portiere. Nick Shore non ha reso, a ciò vanno aggiunte le lunghe defezioni di Heim e Kostner. Il complesso sopracenerino ha faticato molto agli ingaggi, è stato costantemente l’ultimo in questo esercizio. Sul finale di regular season inoltre alcuni uomini chiavi sono apparsi un po’ stanchi. Raggiungere il decimo posto era comunque fattibile, ma la differenza tra il successo e la sconfitta a volte è veramente sottile. Il campionato è equilibratissimo ed essere rimasti in gioco sino alla penultima giornata di campionato non è nemmeno da disdegnare. Chiaro, sulla carta l’Ambrì era più forte dell’anno scorso, ma pure gli avversari lo sono e troppo spesso si tende a dimenticarsene. Ovviamente fa specie che il Kloten sia davanti, ma più dei demeriti dei ticinesi, va dato atto agli zurighesi di avere compiuto un vero exploit. L’Ambrì poteva fare di più? Certamente, ma terminare al dodicesimo posto in questa maniera non è uno scandalo, avere fallito un obiettivo non è per forza sempre sinonimo di fallimento, non c’è nulla di cui vergognarsi. Luca Cereda, il resto dello staff tecnico e i suoi giocatori possono continuare a camminare a testa alta.