CALCIO
Lugano, è una questione di centimetri
I bianconeri devono recuperare al più presto gli infortunati per questo rush finale
Pubblicato il 06.03.2023 08:48
di Silvano Pulga
Questione di centimetri, ha detto Mattia Croci Torti a fine partita. Quelli di distanza dal palo alla sinistra di Lindner, dove è sfilato il pallone calciato da Amoura, piazzato a un passo dalla porta del Sion, e quelli che mancavano ai giocatori del Lugano battuti, in elevazione, da Sio Giovanni, che ha insaccato un traversone da palla ferma, cioè il punto debole dei ticinesi, orfani ancora di Mai, non ancora del tutto ripresosi dall’infortunio, e subentrato solo a partita in corso. In mezzo, tanto Lugano e, a questo giro, i cambi indovinati dal Président Christian Costantin, ancora una volta sulla panchina dei suoi. Il resto sono pareggi anche nelle altre gare, con la sola eccezione del Basilea il quale, sotto la guida di Vogel, sta risalendo la graduatoria, si giocherà la semifinale di Coppa svizzera in casa con lo Young Boys e gli ottavi di Conference League. Non male, insomma. 
Tornando in Vallese, questa volta, al Lugano, è mancato qualcosa per chiudere la gara in un primo tempo dove gli avversari, con meno intensità rispetto alla gara di Coppa di mercoledì, erano sembrati più undici giocatori scesi in campo con la stessa maglia che una squadra vera. Nella ripresa, invece, gli ingressi di Sio Giovanni, Ylyas Chouaref e Denis Will Poha nelle fila vallesane hanno dato decisamente più dinamismo ai padroni di casa, i quali hanno alzato il proprio baricentro e trovato un meritato pareggio. Nel finale, però, anche i bianconeri hanno cambiato qualcosa, e sull’asse dei nuovi entrati Macek-Aliseda hanno anche trovato quello che sarebbe stato il gol decisivo, vanificato però da un fuorigioco dell’argentino. Peccato, anche se (va detto) il Sion ha comunque meritato il punto. 
La classifica, dunque, resta praticamente invariata, considerati i risultati delle altre. Il Servette, raggiunto al Letzigrund dallo Zurigo dopo essere passato in vantaggio, è afflitto anch’esso dalla pareggite (3 nelle ultime 3 gare), mentre il San Gallo soffre, come di consueto, di carenza di regolarità, oltre al fatto che, da quelle parti, ci tenevano non poco a raggiungere la finale di Berna per il terzo anno consecutivo. L’eliminazione dalla Coppa, peraltro subita in casa e in rimonta per mano del Basilea, ha lasciato qualche segno, perlomeno nella partita casalinga contro il GCZ. Vedremo se e come Peter Zeidler riuscirà a far ritrovare ai suoi la retta via: in Ost Schweiz, non è un mistero, c’è voglia d’Europa, e non ospitando altre squadre nel proprio stadio. 
Al Lugano, come detto dal Crus a fine partita, manca ancora qualcosa. La realtà, come abbiamo scritto più volte, è che le assenze hanno un loro peso, che si vede soprattutto in occasione delle partite ravvicinate, dove serve fare un po’ di turn over. In mezzo Sabbatini e Doumbia (che ieri si è proposto addirittura in versione goleador) non riescono a tirare il fiato, e si stanno facendo sentire gli infortuni di Mahou e Belhadj, giocatori in grado di dare qualità dalla tre quarti in su. I bianconeri non sono squadra da gioco aereo e, per arrivare alla porta avversaria, devono farlo con palle basse e veloci. Ma quando sono fuori i due citati più Bottani (che non riesce più a giocare tre gare in otto giorni), tutto diventa più difficile, come si è visto ieri pomeriggio. 
La stagione è però ancora lunga, e le prospettive sono interessanti. Il Lugano non vince ma, a parte la parentesi di Winterthur, neppure perde. All’andata si diceva che questa squadra non era capace di pareggiare, mentre ora il fattore X ha preso il sopravvento. Adesso il calendario assegna ai ticinesi due partite consecutive davanti al proprio pubblico, contro Zurigo e Servette. Non sarà facile (i tigurini in campionato non perdono da novembre, e la loro ultima sconfitta fu proprio a Cornaredo) e il Servette (che sarà l’ultimo ostacolo in Coppa tra il Lugano e la finale di Berna) saranno avversari tosti. Però, per l’ambiente, la classifica e, soprattutto, per la testa, serve vincere. Speriamo che l’infermeria si svuoti, e che i bianconeri possano giocarsi la fase decisiva della stagione con i titolari: alla fine, visto l’equilibrio complessivo, ottenere o meno risultati importanti potrebbe essere, davvero, una questione di centimetri.