La
Serie A è un campionato di retroguardia. Mostra una decadenza
continua, nessuna novità di rilievo, nessuna possibilità di
cambiare. Dietro il Napoli non c'è il vuoto, ma l'abisso.
L'obiettivo
precipuo è il quarto posto. È lo spartiacque tra il fallimento e il
galleggiamento. Rappresenta l'opportunità di barcamenarsi: sono i
soldi della Champions.
L'ultima
giornata è stata emblematica e conferma le difficoltà di un
movimento intero.
A
Firenze erano di scena i
Campioni d'Italia. Minuto 66': Pioli, con i suoi sotto di un gol, ha deciso di
sostituire Giroud (anni 36) con Ibrahimovic (anni 41 e lontano da
tempo immemore dal campo) e fatto entrare anche Origi. Il belga,
preso a parametro zero, è un autentico oggetto misterioso.
Eppure
il duo Maldini-Massara è osannato, è considerato innovativo e
competente, capace di scelte lungimiranti.
La
realtà parla di una società debole e non all'altezza delle
ambizioni del club. Il calcio italiano è contendibile. È
facile acquistare una squadra. E si può gestire il tutto al ribasso.
Cardinale ha comprato il Milan chiedendo un prestito al venditore. I
ricavi sono stagnanti. La luce che dovrebbe guidare il destino
prossimo è lo stadio. Una vicenda paradossale: primo patto con
l'Inter e ora decisione di procedere da soli e intanto il Comune non
dà risposte.
A
Roma lo scontro tra i
padroni di casa e la Juve è stato di una normalità disarmante. Una
partita che ha manifestato la cifra stilistica e concettuale del
campionato. Mourinho e Allegri se la sono giocata come sanno e come
vogliono. Conta il risultato, non c'è altro. Hanno la stampa che li
supporta e un sistema mediatico che li protegge.
Formazioni
speculari: a cinque dietro.
La
Juve ha schierato una sola punta strapagata e lasciata in balia delle
sue presunte potenzialità, lo schema era la corsa di Kostic sulla
fascia.
La
Roma il suo centravanti lo ha lasciato in panchina. Il tema tattico
era preciso: palla a Dybala e il resto era affidato al suo tiro a
giro.
Il
portoghese ha dichiarato che ha vinto l'atteggiamento.
Postilla
esistenziale: ad assistere all'incontro Inter-Lecce erano in 75mila.
Si sa che il calcio è materia opinabile, per fortuna.