CALCIO
L'amuleto di San Gallo
Una bibitona anti-jella, da toccare e riverire prima di ogni match
Pubblicato il 06.03.2023 08:45
di Giorgio Genetelli
Non solo Napoli, che in pieno realismo magico è il luogo delle divinazioni. Anche San Gallo ci prova, vedi foto: una bibitona anti-jella, da toccare e riverire prima di ogni match, un San Gennaro dissetante con miracoli à la carte. Il Kybunpark sta sul confine con l’Appenzello e la Goba Cola è prodotta lì, orgogliosamente anti-imperialista. Un po’ tutto il calcio a San Gallo è autarchico, non hanno altri sport e la massa si sposta su infiniti autobus da tutta la regione, in una luce verde così diffusa da illuminare anche i cessi, per i quali si fa una fila placida che rende onore alla svizzeritudine, il curioso fenomeno riconosciuto mondialmente e che mette in ordine anche il rientro a casa dopo le tre di mattina con le chiavi che si ingarbugliano.
Poi d’accordo, domenica i biancoverdi di Zeidler non hanno aizzato la partita come d’abitudine, anzi, si sono adeguati alla modestia dello spaventato Grasshopper. Stadio pieno, tifo sottotono, forse ancora scornato dall’eliminazione in Coppa da parte del rinascente Basilea. Partitaccia più ingrippata che sciolta, come quando hai la cena sullo stomaco.
Forse bisognava che qualcuno, o tutti, toccassero la Goba, e non solo il cronista superpartes. Che la accarezzassero sensualmente fino a farla frizzare, la voluttuosa bottiglietta. Non si sa, anche il sangue sciolto dell’eroe partenopeo non è che porti sempre felicità e fecondità, figurarsi quindi l’ignoto San Gallo (un irlandese che profetizzò dalle parti del Lago di Costanza, pare), che per questioni di ordine pubblico non può neanche portare il flacone dentro lo stadio. Il sangue non è acqua, e se cola è solo Goba a poteri limitati. Ma è buona, almeno.