CALCIO
Fisico, mente e... cambi, il Bellinzona è crollato
Dopo la sconfitta di Vaduz si riflette sull'orribile secondo tempo
Pubblicato il 13.03.2023 09:51
di Enrico Lafranchi
 
Adesso sono guai seri per il Bellinzona. La squadra di Maccoppi non è riuscita a portare via nemmeno un punto da Vaduz. Nel secondo tempo è stata alla mercé di un avversario che prima di raddrizzare la partita aveva dimostrato in lungo e in largo (corner tirati fuori e all’estremità del campo, pallonate in aria) di essere alla stessa stregua dei ticinesi. Cioè di una squadra decisamente giù di corda (ne fanno stato, peraltro sui due fronti, i risultati). I granata, sono tornati a segnare per primi dopo mesi e mesi grazie a una bella girata al volo di Sergio Cortelezzi (l’unico capace di districarsi nei sedici metri, non per caso è il “capo-cannoniere”; peccato che nell’ultimo quarto d’ora abbia lasciato il posto all’inconcludente Pollero). Anche Tosetti, gran lavoratore e di indubbia utilità tattica, è uscito allo stesso minuto. Due perdite importanti!
Le cose, a ben guardare, erano però peggiorate già dopo i cambi a valanga effettuati dal mister: fuori dapprima Pugliese e Chacon – tra i pochi ad avere un certo raggio d’azione – poi è la volta di Samba (ci risiamo!) e dei due meritevoli di essere citati nuovamente per l’impegno profuso: Cortelezzi e Tosetti. È chiaro che il fatto di sostituire giocatori che di esperienza ne hanno sicuramente cumulata con elementi di poco minutaggio e senza una gara nelle gambe (“beati gli ultimi perché saranno i primi”- reca un famoso detto) ha finito con lo stravolgere le carte in campo. I galloni da titolare bisogna meritarseli!
Nel secondo tempo si è vista solo una squadra giocare, pardon lottare, per vincere: il Vaduz è cresciuto di minuto in minuto, si è reso pericoloso sempre di più. Fino a pareggiare e a trovare il gol partita al 90’ con l’ex bianconero Sasere che aveva fornito anche l’assist a Dobraz per l’1-1. Pazzesco! I granata, in completa tenuta bianca, hanno così alzato… bandiera bianca un’altra volta. Sono letteralmente scomparsi dalla scena, arroccati nella loro metà campo se non nei 16 metri, a concedere corner su corner e a buttare avanti palle senza alcun costrutto. Palloni che evidentemente finivano quasi sempre su testa e piedi delle ‘furie rosse’ locali. Come si può spiegare che da una prestazione pulita e senza soverchie sbavature nei primi 45 minuti si sia arrivati a tanta confusione? Una questione mentale o c’entra la condizione atletica? A prima vista sembrerebbe un tracollo fisico, fermo restando che di gioco non se ne è più visto (passaggi sbagliati, contrasti persi, palle aeree sempre sulle teste degli avversari). Tre punti buttati alle ortiche (alla vigilia avevamo parlato di partita che valeva 6 punti, alla prova dei fatti ne sarebbe andato bene anche uno solo). Qualcuno vede una via d’uscita? Pablo forse? Speriamo di sì!
Sarà necessario affrontare compatti e su di giri il Neuchâtel Xamax che si è fatto beffare dall’Yverdon, sotto di una rete, nei minuti di recupero. Per fortuna i ragazzi di Saibene restano attardati di 7 punti, vantaggio che occorre assolutamente salvaguardare domenica in vista delle prossime “battaglie”. Un’altra chiave per queste sconfitte, ben sei quest’anno, potrebbe essere cercata nella lunghissima coperta di panchina. È un discorso che abbiamo già fatto. In avvio di campionato la rosa era ridotta all’osso, Sesa non era sicuramente in grado di effettuare cinque sostituzioni. Con Raineri poi si era addirittura andati a vincere un turno infrasettimanale (tre partite in otto giorni tanto per capire). Qualcosa evidentemente non funziona più. Bisogna rendersi conto che in questo rush finale ogni squadra, sia di vertice che quelle in coda alla classifica, punta tutto sulla grinta. Di grinta in casa ACB se ne vede però ben poca. Non che si attendano prestazioni entusiasmanti, deve cambiare la mentalità. Maccoppi questa settimana dovrà continuare a ripetere ai ragazzi “si deve vincere” e soprattutto “non si può più perdere”. Tutti dovranno dare il massimo per 98 minuti senza mai mollare la presa. Questa tendenza negativa va contrastata, frenata e, come pretende (a giusta ragione) il mister, è da invertire! Al più presto visto che Pablo Bentancur non vuole assolutamente sentire parlare di salvezza.