CALCIO
Il Regeboge di Rieder
L'arcobaleno disegnato dal centrocampista dell'YB, tra arte e fantasia
Pubblicato il 13.03.2023 11:28
di Giorgio Genetelli
Ormai quasi non esiste più, nel nostro paese senza pioggia. Si chiama Arcobaleno, e sotto la sua volta c’è una pentola piena di monete d’oro. Oppure, se lo si disegna su un foglio, ci si può mettere qualsiasi regalo. Ha fatto proprio così Fabian Rieder: l’ha disegnato nell’aria del Wankdorf. Non abbiamo chiesto al fantasista bernese come lo chiami lui l’arcobaleno, chissà, magari ha antenati leventinesi ed è la Coreisgia do Dreisc, la cintura del drago. Possiamo immaginare Regeboge in schwyzerdütsch, oppure osare il rumeno Cucurbeu, per dirne una.
Rieder, da buon centrocampista offensivo al quale si chiede immaginazione, al suo Regeboge ha messo sotto il Gol, regalo supremo del calcio, anche quello moderno che ha orrore della poesia e si affida a numeri e tattiche per domare il pazzo mondo. Ne aveva già segnato uno appena prima, bellino. Ma non era bastato, il momento ispirato chiedeva altro. E allora, da fermo, il giovane Fabian ha ricevuto il pallone a cinque metri oltre l’area di rigore affollatissima di disperati vallesani rossi e gialli bernesi in fregola da goleada, l’ha fermato e senza un solo passo di rincorsa l’ha colpito di sinistro. E si è visto il Cucurbeu tracciarsi di colori fino all’angolino della porta di Lindner, il portiere caduto alla difesa ultima vana, tra gli oh di meraviglia come canzone della parabola.
È da questi particolari, senza giudicare, che si ammira un giocatore. Dalla Coreisgia do Dreisc dipinta con i piedi. Poi le pentole d’oro possono anche non esistere, va bene lo stesso.