Il VAR continua a far discutere. Una tecnologia ritenuta importante, per certi versi ormai indispensabile, continua ad avere nel suo utilizzo una fonte inesauribile di discussioni.
Tre almeno gli episodi in questo weekend (che abbiamo visto in TV) che fanno pensare che qualcosa non vada ancora per il verso giusto, o che perlomeno non ci sia chiarezza assoluta.
Il primo è legato alla partita Basilea-San Gallo: la bellissima rete di Amdouni annullata dall’arbitro Feday San per un fallo a centrocampo di Diouf su Karlen. Un contatto minimo, visto benissimo dall’arbitro che era là a due passi e giudicato non falloso. L’intervento del VAR ha portato all’annullamento della rete renana.
Secondo episodio: il rigore concesso al Lucerna per un fallo del giocatore del Servette Mbabu, che nel tentativo di disturbare Beloko lanciato a rete tocca la gamba dell’avversario quando questo aveva già tirato (a lato). Anche qui il VAR richiama l’arbitro Schärer (nella foto Putzu) che probabilmente non aveva visto il contatto e fischia il rigore, ammonendo Mbabu (che più tardi verrà espulso per un secondo giallo).
Il terzo ieri sera in Milan-Salernitana, con l’arbitro La Penna che fischia un rigore a favore dei rossoneri per un fallo, a dire la verità lieve, nei confronti di Bennacer.
Il direttore di gara, vicinissimo all’azione, ritiene che il contatto sia punibile con il rigore: decisione che invece viene messa in dubbio dal VAR che lo richiama al video. Non ci sarà nessun calcio di rigore.
Tre esempi per dire cosa? Semplicemente che la famosa discrezionalità dell’arbitro sta lentamente ma progressivamente sparendo e che la violazione del protocollo VAR in tutti questi casi sembra piuttosto seria.
Non è l’arbitro che dovrebbe giudicare l’intensità di un contatto? E il VAR non sarebbe dovuto intervenire unicamente in caso di errore flagrante (che nel protocollo viene chiamato “chiaro ed evidente”) da parte del direttore di gara?
E allora perché questi continui interventi?
Appare evidente che ormai il VAR stia ormai prendendo sempre più piede e che in un futuro piuttosto vicino gli uomini seduti dietro la scrivania dirigeranno le partite e prenderanno le decisioni più importanti al posto degli arbitri. Giusto o sbagliato? Difficile dirlo, l’unica cosa che sarebbe necessario fare è riconoscere questa evoluzione arbitrale.
Avanti di questo passo si arriverà anche alla definizione dei cartellini gialli da parte del VAR. E in fondo, non sarebbe nemmeno una scelta così sbagliata, visto la direzione in cui sta andando l’arbitraggio.
Dopo i “segnalinee” che ormai contano poco o nulla, anche il ruolo dell’arbitro è altamente a rischio.
Il tempo sta mutando questo sport e piaccia o no, alla fine si arriverà alla sostituzione della figura di chi dirige la partita.
Tre almeno gli episodi in questo weekend (che abbiamo visto in TV) che fanno pensare che qualcosa non vada ancora per il verso giusto, o che perlomeno non ci sia chiarezza assoluta.
Il primo è legato alla partita Basilea-San Gallo: la bellissima rete di Amdouni annullata dall’arbitro Feday San per un fallo a centrocampo di Diouf su Karlen. Un contatto minimo, visto benissimo dall’arbitro che era là a due passi e giudicato non falloso. L’intervento del VAR ha portato all’annullamento della rete renana.
Secondo episodio: il rigore concesso al Lucerna per un fallo del giocatore del Servette Mbabu, che nel tentativo di disturbare Beloko lanciato a rete tocca la gamba dell’avversario quando questo aveva già tirato (a lato). Anche qui il VAR richiama l’arbitro Schärer (nella foto Putzu) che probabilmente non aveva visto il contatto e fischia il rigore, ammonendo Mbabu (che più tardi verrà espulso per un secondo giallo).
Il terzo ieri sera in Milan-Salernitana, con l’arbitro La Penna che fischia un rigore a favore dei rossoneri per un fallo, a dire la verità lieve, nei confronti di Bennacer.
Il direttore di gara, vicinissimo all’azione, ritiene che il contatto sia punibile con il rigore: decisione che invece viene messa in dubbio dal VAR che lo richiama al video. Non ci sarà nessun calcio di rigore.
Tre esempi per dire cosa? Semplicemente che la famosa discrezionalità dell’arbitro sta lentamente ma progressivamente sparendo e che la violazione del protocollo VAR in tutti questi casi sembra piuttosto seria.
Non è l’arbitro che dovrebbe giudicare l’intensità di un contatto? E il VAR non sarebbe dovuto intervenire unicamente in caso di errore flagrante (che nel protocollo viene chiamato “chiaro ed evidente”) da parte del direttore di gara?
E allora perché questi continui interventi?
Appare evidente che ormai il VAR stia ormai prendendo sempre più piede e che in un futuro piuttosto vicino gli uomini seduti dietro la scrivania dirigeranno le partite e prenderanno le decisioni più importanti al posto degli arbitri. Giusto o sbagliato? Difficile dirlo, l’unica cosa che sarebbe necessario fare è riconoscere questa evoluzione arbitrale.
Avanti di questo passo si arriverà anche alla definizione dei cartellini gialli da parte del VAR. E in fondo, non sarebbe nemmeno una scelta così sbagliata, visto la direzione in cui sta andando l’arbitraggio.
Dopo i “segnalinee” che ormai contano poco o nulla, anche il ruolo dell’arbitro è altamente a rischio.
Il tempo sta mutando questo sport e piaccia o no, alla fine si arriverà alla sostituzione della figura di chi dirige la partita.