Se
ne è andato a soli 68 anni Luigi Piccatto, storico disegnatore di
Dylan Dog. Era una delle firme più prestigiose della Bonelli. Ha
disegnato albi che rimarranno impressi nella memoria dei lettori:
“Golconda”, “Cagliostro”; “I conigli
rosa uccidono”. È stato autore anche delle storie dedicate a Groucho.
Lo
abbiamo conosciuto di persona a Lugano, ospite della Marco Lucchetti
Art Gallery di Lugano.
Era
un personaggio di spessore e di rilievo, solo all'apparenza severo.
Era
restio alle interviste, convinto che dovevano parlare le sue opere,
il piemontese preferì una cordiale e conviviale chiacchierata.
Spiegò che non leggeva il soggetto, riceveva la sceneggiatura e su
questa disegnava le tavole, tre mesi e concludeva un albo e lui era
tra i più veloci. Molti suoi colleghi, infatti, ci impiegavano anche
7-8 mesi.
Mostrava
una profonda conoscenza del mondo del fumetto che aveva attraversato
per molti anni. Aveva scoperto fin da giovane il suo talento, lo
aveva esplorato e lo aveva fatto diventare la sua professione. Dylan
Dog lo sentiva come una sua creatura, un eroe normale, un amico,
senza superpoteri, né abilità particolari. Un romantico, un
idealista, che non teme di affrontare la paura.
Non
aveva dubbi quando parlava della sua opera prediletta: era
"Golconda". Il surreale che impattava sulla realtà,
l'horror che diventava spiegazione dell'esistenza. Era ribaltata la
semantica dell'essere. Gli schemi rotti, la novità spettacolare. La
citazione d'obbligo riguardava il celebre quadro del geniale pittore
belga René Magritte.
Esprimeva
a pieno la visione del variegato e misterioso universo di Dylan
Dog, dove bisogna armarsi di introspezione, capovolgere il punto
di osservazione, non avere pregiudizi nei confronti del diverso, il
cosiddetto "freak". Il vero e autentico mostro è la
cattiveria dell'uomo.
Il
fumetto perde un grande maestro e un autentico artista.
(nella
foto Lugi Piccatto e Angelo Lungo)