CALCIO
"Io resto qui"
Pablo Bentancur ha parlato con la stampa e poi con gli ultras: una domenica complicata
Pubblicato il 20.03.2023 09:28
di Enrico Lafranchi
“Io non vado via, resto, la mia famiglia è qua!”. Bentancur si è presentato ai giornalisti nel dopo partita. Non succedeva da tempo se mai è capitato una volta quest’anno. Il patron ha parlato in tutta chiarezza. Sta cambiando qualche cosa nella squadra (ma sarebbe più giusto parlare di società visto che ne è il padre-padrone) che ha portato alla promozione in Challenge League ma che invece di effettuare, come auspicava,  un ulteriore salto in avanti è costretta a lottare, verosimilmente sino all’ultima giornata, per non tornare nel ‘purgatorio’ del nostro calcio. Di certo Pablo non si immaginava una simile situazione. Il gioco che produce attualmente la squadra (tanti bei nomi, giocatori che sono qui da anni, che hanno famiglia, ma anche tanti ragazzi arrivati da lontano da soli in cerca di successo - che è sempre difficile assaporare e assicurarsi) non lo soddisfa più. Sa che il pubblico  granata in passato è sempre stato generoso con la squadra, l’ha sempre amata e l’ama tuttora. Lo vuole riconquistare! Una dimostrazione l’ha avuta anche domenica vedendo i tifosi della tribuna (i super fedelissimi) infuriarsi quando è stato sostituito Matteo Tosetti. Qualcosa deve essere scattato, dopo la partita, nella mente dell’uomo forte dell’ACB: “Valuteremo a fondo la situazione sportiva” – ha dichiarato a TeleTicino. Detto in altre parole Bentancur vuole tornare ad essere il “numero 1”, come lo era quando la squadra è partita, per la verità con tante promesse, in ChL e già prima in Promotion League: “Sono una persona positiva, se non lo fossi l’anno scorso non avremmo vinto il campionato” – taglia corto.
Pablo, per come è andata, questo pareggio è una vittoria: è d’accordo?
“D’accordissimo, non meritavamo il pareggio. Il Dio del calcio ci sta aiutando, l’ho detto alla squadra. Già a Vaduz abbiamo perso per colpa nostra”.
Come fronteggerà queste difficoltà? 
“Vedremo di cambiare questa situazione per rispetto al pubblico, ai veri tifosi, alla gente che ‘sente’ e ci segue con il cuore”.
Tanti errori, troppi. Bisogna ammetterlo: 
“Nel girone d’andata avevo io la squadra in mano, adesso voglio discuterne con Paolo Gaggi e mio figlio Pablito. Non si può più andare avanti così, è chiaro. Parlerò anche ai giocatori più importanti, non quelli che segnano, quelli che soffrono di più. Ho visto qualcuno piangere negli spogliatoi”.
Ci sono dei ‘clan’ all’interno dello spogliatoio?
“No, il rapporto è da considerare buono, i ragazzi lavorano bene assieme”.
È proprio necessario cambiare? 
“Non lo sto dicendo, valuteremo comunque la situazione”.
L’uscita di Tosetti è stata fortemente contestata: 
“Matteo ha disputato una prima parte di stagione così così ma nel ritorno sta facendo per davvero molto bene. La sua sostituzione è stata fortemente disapprovata dal pubblico. Non merita di essere contestato da quel gruppo che secondo me non sono neanche dei tifosi (si era già lamentato del loro comportamento Tano Berardi, ndr). I tifosi “veri” sono quelli che sostengono la squadra quando è in difficolta (mentre ci parla Pablo alza la mano verso la tribuna, qualcuno gli batte le mani, una decina di minuti dopo si incontra con i ‘tifosi’ che lo aspettavano sul piazzale – guardati a vista dalle forze dell’ordine – cose mai più viste al Comunale dai tempi di certi scandalosi arbitraggi, ndr). ”.
È venuta a crearsi una situazione complicata, indubbiamente scomoda. Il tempo per rimediare comunque c’è (vedi pausa Nazionale): 
“Dobbiamo prima di tutto dare tranquillità a questa settimana. Poi penseremo cosa fare”.
(Foto Putzu)