Hanno dominato la stagione
dello sci alpino in lungo e in largo, Marco Odermatt e Mikaela Shiffrin,
raccogliendo 13 vittorie, rispettivamente 14 in Coppa del Mondo, mettendo i
puntini sulle i ai Mondiali in Francia dove l’elvetico si è portato a casa due
ori, l’americana uno.
Vincere le gare significa
passare dalla cassa e intascare premi. E i due sopracitati sono in vetta anche
a questa classifica, quella dei premi ufficiali versati dagli organizzatori. Di
regola, una vittoria “paga” circa 55 mila franchi, qualcosa sopra i 30 mila un
secondo posto, sopra i 20 mila il terzo e poi giù giù fino al trentesimo posto.
Unica eccezione è la Streif di Kitzbühel dove il vincitore si porta a casa 100
mila franchi: Didier Cuche ne vinse ben cinque… come dire, ha scelto bene dove
vincere.
In questa classifica
particolare che riguarda la stagione appena conclusa, la Shiffrin è riuscita a
superare Odermatt anche se di poco. Ha raccolto 964'200 franchi svizzeri,
941'200 il nidwaldese. Entrambi vittoriosi quindici volte, Mondiali compresi.
Tra gli uomini, Aamodt Kilde occupa la seconda posizione a quota 623'182 con
otto vittorie, il suo connazionale Kristoffersen 372'680 (3 affermazioni). Il
secondo miglior elvetico è Loïc Meillard, settimo (una vittoria, cinque podi) a
quota 217'000 franchi mentre Daniel Yule (due vittorie) è nono con 174'425.
Già detto della Shiffrin,
Sofia Goggia ha guadagnato 338'000 franchi, ma va detto che l’italiana ha corso
solo 12 gare (vincendone cinque), l’americana 34. Federica Brignone (una
vittoria in Coppa e un titolo mondiale) segue la connazionale a quota 317’575.
Quarta è Lara Gut-Behrami (3 vittorie e 6 podi) con 314'230, Wendy Holdener
sesta con 256'450 (due affermazioni).
Tutti questi sono i premi
versati dagli organizzatori e ovviamente sono importi lordi, dai
quali di regola viene dedotta l’imposta alla fonte che può essere recuperata se
gli introiti vengono dichiarati sulla dichiarazione d’imposte.
I premi – uguali sia per gli uomini
che per le donne - sono fissati in franchi svizzeri, indipendentemente dalla
nazione in cui si tengono le gare e questo affinché ci sia una parità di
trattamento, come succede ad esempio anche nel motociclismo. In tempi lontani,
come non ricordare dei vincitori di Gran Premi nella vecchia Cecoslovacchia che
si videro ricoperti da un’enormità di dracme, la moneta locale, che poi o non
potevano esportare o non potevano cambiare in moneta estera…
In Coppa del Mondo, le
squadre sono ospitate dagli organizzatori che offrono loro vitto e alloggio.
L’intero staff tecnico è a carico di ogni federazione, con delle eccezioni per
i cosiddetti team “privati” come nel caso di Lara Gut-Behrami che deve
stipendiare alcune persone che non rientrano nel contesto federativo.
Se “Odi” e la Shiffrin si
sono avvicinati al milione, naturalmente queste cifre aumentano grazie ai
contratti con federazione, sponsor personale, sci, attacchi, scarponi, bastoni
e occhiali, senza dimenticare contratti supplementari dove l’atleta cede la sua
immagine, ad esempio a lussuose marche di orologi.
Vivere bene di sci alpino?
Sì, a condizione di fare risultati. Fino ad arrivare a correre in Coppa del
Mondo, l’avvicinamento può essere lungo e dispendioso perché già a partire da
tenera età, i genitori si sobbarcano enormi spese per avere materiale
competitivo. Nel tennis ci si mettono le trasferte e gli allenatori, quando
nello sci ci pensa la federazione. Per non parlare degli sport motoristici.