CALCIO
La furia di Conte
Il Tottenham gli dà 17 milioni all’anno e ha investito160 milioni nel mercato ma lui non è contento
Pubblicato il 21.03.2023 18:36
di Vittorio Gerlero
Antonio Conte non è certo uno che si trattiene quando ha qualcosa da dire. Più volte nella sua carriera da allenatore abbiamo assistito a interviste al limite, sia con i club sia al tempo della Nazionale. Si può però trovare un punto in comune a tutte queste esternazioni fatte in questi anni: se vince il merito è soprattutto suo, se perde la colpa è dei giocatori o della società per cui allena. 
L’ultima conferenza stampa post pareggio contro il Southampton, club ultimo in Premier, è un’immagine già vista. Presentatosi piuttosto inferocito alla conferenza stampa, ha attaccato direttamente i calciatori e la loro professionalità. “In campo vedo solo 11 giocatori che giocano per loro stessi – ha detto Conte -. Devono sapersi prendere la responsabilità, per me questo atteggiamento è inaccettabile ed è la prima volta che mi capita. Qui sono tutti spaventati ed è il momento di far uscire la verità”. Terminato l’attacco ai giocatori, ecco quello diretto alla società: “Il club deve prendersi le sue responsabilità quando sbaglia il mercato. Manca la mentalità qui. Possono continuare a cambiare allenatori, ma la situazione non cambierà”. 
Scene che riportano alla mente l’addio improvviso alla Juventus prima e la scelta di separarsi dall’Inter poi.  
A Torino, dopo la vittoria del terzo Scudetto consecutivo, usò la metafora del ristorante da 100 euro con soli 10 euro in tasca. In pratica, chiedeva alla società rinforzi per poter reggere il ritmo delle big europee e poter fare meglio dell’uscita ai gironi di Champions contro il Galatasaray. Visto che nei primi giorni di ritiro i calciatori richiesti non arrivarono, decise di separarsi dalla Juve abbandonando la squadra nel bel mezzo della preparazione. Lo sostituì Allegri, che anche senza i 100 euro arrivò in finale di Champions League al primo tentativo.  
Più recente è invece lo scontro con l’Inter: Conte non passò per due anni consecutivi i gironi di Champions e la colpa fu attribuita a Barella e Sensi che “un anno fa giocavano a Cagliari e Sassuolo”. A fine campionato, invece, dopo il secondo posto alle spalle della Juventus arrivò l’attacco diretto alla società: “Non è stato riconosciuto il mio lavoro, penso che fuori dal campo ci sia tanto da migliorare. Pensavo ci fosse più protezione per me e per i ragazzi, invece si è troppo deboli”. 
Il Tottenham gli dà 17 milioni netti all’anno e dal suo arrivo a Londra ha speso oltre 160 milioni di euro nelle varie sessioni di mercato. 60 milioni per il solo Richarlison, anche lui pesantemente criticato davanti alle telecamere dopo l’eliminazione dalla Champions.
Se è vero che – come dice Conte - il Tottenham non vince nulla da 20 anni, è altrettanto vero che col suo arrivo in panchina non è cambiato nulla. E il patron Levy, da quanto circola, pare sempre più orientato all’esonero.