Battere
il tempo. Essere sempre presenti. Sentirsi protagonisti. Il richiamo
della platea concupisce e ammalia. Continuare e rimandare la fine
della propria carriera. Poco importa l'età, un fardello
sopportabile, un intralcio apparente.
Ibrahimovic
e Hodgson non intendono smettere, vogliono proseguire e andare
oltre, sono convinti che sono loro a decidere del proprio destino.
Zlatan
Ibrahimovic.
Secondo
una parte della psicologia il Sé è un processo di
autorealizzazione. Quest'ultima è la tendenza degli individui che
intendono esplorare al massimo le proprie potenzialità. Persone che
si percepiscono come uniche e sono molto motivate. Lo svedese è
sicuro di sé. Non si sente e non vuole essere uno normale. Lui si
ritiene come il migliore. Avverte la pressione che mette agli
avversari. Basta seguirlo e la vittoria non diventa un miraggio, ma
una realtà a portata di mano. Si potrebbe parlare anche di sicumera:
la sicurezza presuntuosa. Si ostenta superiorità. Si manifesta
certezza. E niente timori: quelli che bloccano e che non fanno agire.
Eventuali fragilità non sono ammesse e se ci sono vanno nascoste.
Ha
più di 41 anni. Ma non è ancora “sazio”. Lo hanno pure
convocato di nuovo in Nazionale. Sente ancora di “fare la
differenza”. Chi lo dà per finito, si sbaglia. I record non li
vuole perché è “vecchio”, ma perché è “lui”. Le critiche
lo motivano. Non si definisce come un egocentrico, semplicemente si
proclama come unico.
Roy
Hodgson.
Il
tecnico è di nuovo in panchina, i 75 anni sono un dettaglio. In
Premier è l'allenatore più anziano di sempre. Sostituisce il
giovane e rampante Patrick Vieira. Il Crystal Palace gli ha chiesto
disperatamente aiuto e lo ha messo sotto contratto sino a fine
stagione. Si tratta di un ritorno, il nostro aveva già diretto il
club londinese dal 2017 al 2021. Il momento è delicato, è
necessario il riscatto, la permanenza in Premier è fondamentale.
Serviva un uomo di esperienza.
In
questo caso è l'eterno ritorno. L'addio non è un principio
ordinatore. Non era definitivo. C'è il ripensamento. La speranza che
era dispersa, ora riappare.
Ibra
e Hodgson non accettano che il tempo vada via e come cantano i Pink
Floyd: “Ho pensato che avrei qualcosa di più da dire”.