Calcio
La panchina del Bayern
Allenare i tedeschi diventa sempre più difficile
Pubblicato il 24.03.2023 12:05
di Angelo Lungo
Scrive Daniel Pennac: “C'è qualcosa di peggio dell'imprevisto... le certezze”.
Il racconto del calcio è fatto, spesso, di luoghi comuni. Tutti a sostenere che quella del Psg sia una panchina perennemente traballante. E che la proprietà sia preda di pulsioni. Incapace di progettare, un'emergenza continua.
E invece il Bayern da qualche anno non dà scampo ai suoi tecnici. Non basta un solo titolo, bisogna vincere tutto, l'imperativo categorico è: dominare in Patria e in Europa. E il mister non deve essere solo pratico, il risultato deve essere conseguito con il gioco.
La dirigenza pretende: ora e subito, l'attesa non è contemplata.
A conferma che del “doman non c'è certezza”.
Il destino di Julian Nagelsmann è segnato. Per il predestinato, ingaggiato a suon di milioni, non c'è un futuro immediato. E la vicenda, dai toni melodrammatici, si svolge mentre la stagione entra nella sua fase pulsante.
A Monaco la storia recente insegna che un allenatore dura un anno e mezzo.
Dopo Guardiola questo dicono i fatti.
Ancelotti (sostituito da Heynckes), Kovac e Flick hanno conosciuto la stessa sorte: gli è stato tolto il medio termine come orizzonte.
Motivazioni diverse: sempre lo stesso esito.
Le finanze del club sono sane. La gestione è esemplare. Addirittura i conti segnano degli utili.
Ma, per quanto riguarda la guida tecnica, all'improvviso tutto precipita.
Via Nagelsmann e dentro Thomas Tuchel, quest'ultimo esonerato a inizio stagione dal Chelsea.
I bavaresi hanno rotto gli indugi, temendo che potesse accordarsi con un'altra squadra.
E sperano: l'ex Dortmund ha già accettato incarichi a stagione in corsa, riuscendo a vincere la Champions.
Un filosofo napoletano divenne noto per aver elaborato la “Teoria dei corsi e dei ricorsi storici”.
Potrebbe accadere, ma nel lungo periodo non potrebbe bastare.
Deve vincere tutto e convincere. Altrimenti sarà l'ennesimo a saltare.
Così vanno le cose nel mondo del calcio, è del tutto inutile fare previsioni.
È stato proprio un filosofo tedesco a sostenere che: “Non è il dubbio, è la certezza che rende folli”.