IL LUGANOLOGO
Calma, non è ancora finita...
Bianconeri sotto 3 a 2 nella serie ma domani sera si torna alla Cornèr Arena
Pubblicato il 25.03.2023 10:00
di Doriano Baserga
C’è delusione, inutile negarlo. Si sperava di fare il colpaccio o perlomeno di giocarsela come nelle ultime due partite, quando avevamo fatto tremare il Ginevra.
E invece ieri sera qualcosa è andato storto.
Lo sport è così, non tutto si può spiegare, specialmente quando da un giorno all’altro la prestazione cambia in maniera repentina.
Il Lugano è inferiore al Ginevra? È probabile, lo aveva detto anche il campionato, non scopriamo certo l’acqua calda.
Eppure le prime quattro partite avevano raccontato di una serie molto equilibrata, di due squadre che sul ghiaccio sembravano equivalersi.
Certo, da una parte c’era il maggior tasso tecnico del Servette, dall’altra però cresceva un Lugano che sembrava diventato più squadra.
Perfino Gianinazzi si era sbilanciato a parlare di una serie che adesso si giocava “50-50”. Quello che aveva visto fino a ieri sera gli era piaciuto, lo aveva spinto a essere ottimista, a credere in qualcosa che soltanto un mese fa lui stesso aveva definito come una “missione impossibile”.
E allora ieri sera cos’è successo? Come mai questa controprestazione?
Difficile da spiegare, certo è che il Lugano non è stato quello ammirato nelle partite precedenti. Falloso, poco concentrato e poco intenso nel suo gioco, ha permesso a un Ginevra molto disciplinato di guadagnarsi il match-ball senza molti sforzi.
È rientrato Arcobello, che invero non ha giocato nemmeno così male, ma forse il suo innesto ha fatto credere alla squadra di poter osare di più. Chissà. Sono dinamiche difficili da giudicare.
Non è stata la serata dei difensori e nemmeno di Koskinen, a cui ogni tanto è lecito concedere un errore.
La sconfitta, giusto dirlo una volta per tutte, è figlia di una prestazione collettiva insufficiente. Inutile e ingiusto, dopo gare così, parlare di singoli.
Ripartiamo domani sera dalla Corner Arena con l’obbligo di vincere. Non ci sarà più diritto all’errore. Sarà interessante vedere come la squadra di Gianinazzi reagirà a questa situazione: questa volta la pressione sarà tutta dalla nostra parte.
Restiamo comunque positivi, ricordiamoci che nel 2006, l’anno dell’ultimo titolo, eravamo sotto 3 a 0 in una serie che poi ci fece gioire tantissimo, arrivando addirittura a vincere il titolo.
Nell’hockey nulla è perduto: vincere domani e tornare a Ginevra. Non è utopia, è soltanto lo sport, in cui non bisogna mai abdicare finché non è veramente finita.