Quando
si corre si fa fatica, si respira, si vive. Il gesto è istintivo,
rappresenta un'idea esagerata di libertà. La corsa è democratica: i
podisti si incontrano e comunicano. Chi corre ha un legame
particolare con la terra. Non importa da dove si è partiti e nemmeno
dove si deve arrivare, non importa il percorso, importa solo:
infilare un passo dopo l'altro. Si entra in una dimensione: in
contatto con il proprio “io". Ci si concentra sul movimento,
il respiro parla, il battito del cuore è un palpito, gli occhi
scrutano l'orizzonte. Il podista è impegnato sempre in una gara
quella: con e per se stesso.
Si
corre nel vuoto: non per raggiungerlo, ma per andare oltre e
continuare, continuare, continuare.
Si
è disputata, recentemente, la maratona di Barcellona.
Alex
Roca Campillo, 31 anni, l'ha chiusa in 5 ore 50 minuti e 51
secondi. Lungo il percorso il pubblico lo ha sostenuto, spingendolo,
idealmente, con un incitamento: “Vittoria! Vittoria! Vittoria!”.
Ha
compiuto un'impresa. È andato oltre ogni limite.
La
sua storia parte da un numero: il 76.
È
la sua percentuale di disabilità dovuta a una paralisi cerebrale. La
sua mobilità e postura, quando aveva sei mesi, sono state gravemente
compromesse, a causa di una encefalite virale erpetica. Non può
parlare, comunica attraverso la lingua dei segni.
La
diagnosi iniziale parlava di una morte precoce o di uno stato
vegetativo. Ma grazie a un farmaco specifico, la patologia è stata
contenuta. Un'operazione ai tendini gli ha consentito di camminare.
Il
resto lo ha fatto lui, con la sua volontà, con la sua forza. Una
spinta che dà l'anima e spinge il corpo a reagire.
Non
si è arreso, scoperta la passione per la corsa, ha deciso che doveva esplorare se stesso. Ci è riuscito: è il primo atleta al mondo a
tagliare il traguardo nonostante le sue difficoltà fisiche.
Sui
social ha scritto il seguente messaggio: “Sei tu che stabilisci il
limite e, se vuoi raggiungere un obiettivo, con attitudine, forza di
volontà, costanza e resilienza, puoi ottenere tutto ciò che ti
prefiggi, non importa quanto difficile possa essere”.
E
ha concluso: “E se tu ci riuscirai, anche se avrai rinunciato a
tutto, ti sentirai davvero premiato”.