CALCIO
I "maicuntent" saranno soddisfatti?
La Svizzera vince anche contro Israele e vola in testa a punteggio pieno nel girone
Pubblicato il 29.03.2023 09:04
di Silvano Pulga
L’hanno già detto altri, ma del resto è un fatto oggettivo: 2 partite giocate, 6 punti fatti, 8 gol segnati, nessuno subito. Certo, il maicuntent ci aspetta col ditino alzato: “Eh ma abbiamo giocato contro nessuno!” Sicuramente, la Bielorussia ha un ranking basso (ma la Romania l’ha superata solo di misura); però, nel sorteggio, Israele era inserito nella seconda fascia. Non vuole dire molto, ci mancherebbe. Tuttavia, il calcio, come scriviamo spesso, è roba semplice: da lì il suo successo planetario. E così, da favorito, devi giocare le partite, e vincerle. Per informazioni, citofonare Spagna, uscita con le ossa rotte da Glasgow. Oppure Kosovo che, in casa, non è andato oltre l’1-1 con Andorra, non proprio una nazionale di peso. 
Quella con Israele non era una partita facile. Intanto per la falsa partenza dei biancocelesti i quali, vista la composizione del girone, vogliono giocarsi le loro chanches di qualificazione. E poi perché l’undici guidato da Alon Hazan ha dimostrato, soprattutto nella prima fase dell’incontro, di avere una discreta organizzazione di gioco: baricentro basso, densità nella propria metà campo, buone letture difensive. La Svizzera, quindi, qualche difficoltà l’ha avuta, tanto da aver creato qualcosa solo grazie agli errori individuali degli avversari, come in occasione del rigore per fallo su Itten (poi annullato dal VAR). Però, alla fine, i rossocrociati hanno fatto valere il loro maggiore tasso tecnico e, soprattutto grazie a un inizio ripresa di spessore, sono venuti a capo degli avversari, che erano già sotto di un gol al termine della prima frazione. Tutto secondo previsione, ci mancherebbe: però, i pronostici bisogna rispettarli. E, nella memoria di ogni tifoso, ci sono partite alla vigilia segnate ma che, al fischio finale dell’arbitro, si sono chiuse con sconfitte brucianti. Perché il calcio è una cosa semplice, è vero: ma, per questo motivo, spesso viene banalizzato. E semplicità e banalità, come sappiamo, non sono sinonimi. 
La chiave dell’incontro è stato il cambio di passo dell’undici di Yakin: il calcio è semplice, e contro squadre che si chiudono bisogna provare a giocare palla a terra in velocità, per esempio. E quando la Svizzera lo ha fatto (e lì, però, conta il tasso tecnico, perché non tutti sono in grado di farlo), i risultati si sono visti. Ma non solo: se crei occasioni, poi le devi anche concretizzare, grande problema nell’era di Vlado. E, invece, questi giovanotti made in Super League tipo Amdouni (foto Putzu) i gol li fanno. Certo, hanno segnato anche Vargas e Widmer, che i campi svizzeri non li vedono più: però, Itten è sembrato a questo giro più convincente dell’edizione vista in Serbia contro la Bielorussia. Okafor, subentrato, ha fatto vedere belle cose: tuttavia, non ha centrato la porta. Troppa frenesia probabilmente, troppa voglia di dimostrare qualcosa a sé stesso e agli altri. E, allora, ti rendi conto che Yakin ha avuto ragione a far giocare, all’inizio, giocatori più tranquilli sotto l’aspetto mentale. Poi, col risultato in cassaforte, spazio a chi scalpitava, con licenza anche di sbagliare, a quel punto. Ci sta: il giocatore è giovane, può e deve crescere. E il gruppo lo saprà aspettare. 
In definitiva, un’ottima partenza. La Romania, a pari punti, si sta dimostrando l’avversaria più pericolosa: però, le terze sono già lontane, e non era scontato. Di cose interessanti se ne sono viste diverse, dalla consapevolezza che di Saw ci si accorge soprattutto quando non c’è, e che Zakaria fa bene nonostante, a Londra, il campo lo veda poco. Certo: la squadra andrà vista contro avversari più probanti. Tuttavia, il suo lo sta facendo, e con il gioco e la mentalità della squadra di rango. Diciamo ai maicuntent che, per ora, può bastare.