Il
situazionista Guy Debord sostiene che: “Lo spettacolo non vuole
giungere a nient'altro che a sé stesso”.
Il
costo del cartellino dei calciatori e il loro ingaggio crescono: i conti sono fuori controllo. Il principio ordinatore è chiaro: si giocherà
sempre di più. È l'intenzione della Fifa, dell'Uefa e di tutto il
movimento. Servono maggiori introiti, è necessario aumentare i
ricavi. L'incasso dei botteghini è un importante flusso di cassa, ma
sono i diritti televisivi quelli che determinano l'incremento, in
maniera considerevole, delle entrate, una visibilità che incentiva,
inoltre, gli sponsor a investire.
Ma
c'è anche chi dice no. Lo fanno individualmente i giocatori e
saltuariamente la loro associazione di categoria. Sostengono che
troppe partite provocano infortuni e fanno scadere la qualità delle
prestazioni. Il cambiamento è stato epocale. Erano gli anni Novanta:
una squadra di alto livello arrivava a disputare un totale di 54
partite nel corso di una stagione. Dal 2024-25 cambierà la formula della Champions, per
arrivare in fondo a tutte le competizioni, nazionali e
internazionali, serviranno circa 70 incontri. Ci sono poi le gare
della Nazionale. L'allenamento rischia di diventare un dettaglio.
Impossibile pensare che ci possa essere una razionalizzazione del
calendario. Troppi interessi e infiniti scontri di potere: tra Fifa,
Uefa e leghe nazionali.
E
i club? Luis
Campos, dirigente del Psg, è andato oltre. Fa firmare nuovi accordi
in cui termini economici sono variabili. Basta privilegi. Certo i
calciatori sono lavoratori come tutti gli altri, ma ora devono
adeguarsi a un nuovo parametro: lo stipendio dipende da quante
partite sono effettivamente giocate. Verratti ha accettato questa
condizione, stessa proposta (o imposizione) verrà fatta a Skriniar.
Gli infortuni e le assenze peseranno finanziariamente. L'obiettivo è
scontato: si vuole la competitività e incentivare gli atleti a
essere attenti all'alimentazione, al riposo e al recupero. Più si
scenderà in campo, più si guadagnerà. Funzionerà? Come
risponderanno a una simile novità calciatori come Messi o Mbappé?
Il
colonnello Douglas Mortimer, Lee Van Cleef, nel film Per qualche
dollaro in più, diceva: “Le domande non sono mai indiscrete. Le
risposte lo sono a volte”.