Il
calcio italiano non ha intenzione di smentirsi, quando tocca il fondo
non si ferma, continua a scavare. Tra domenica e martedì è successo
di tutto: fatti gravi e inquietanti. Premessa: negli stadi lo Stato
non esiste, è assente, anzi non c'è mai stato, è un territorio
franco. Sono gli Ultras, le Curve, che comandano, spadroneggiano,
dettano le regole, impongono un loro codice. Non vogliono controlli.
Ostentano il tifo puro. Si pongono come i difensori dell'identità
del club: inneggiano alla maglia e ai colori. E pretendono un
tornaconto: prebende, biglietti gratis e possibilità di lucrare.
Sono protetti e furbescamente approfittano di un'opinione dominante:
allo stadio si può andare oltre, tutto è ammesso, tutto è
concesso. L'avversario è un nemico.
A
Roma Stankovic ha protestato
contro l'arbitro. La curva giallorossa ha preso a insultarlo dandogli
dello “zingaro”. È intervenuto Mourinho per ordinare alla folla
di interrompere i cori. Arbitro silente e inoffesnivo.
A
Napoli è scontro
aperto tra De Laurentiis e gli ultras. Un gruppo di tifosi minaccia
chi canta e insulta durante la partita il presidente. Vogliono
biglietti gratis e altri privilegi. Eppure si sta per vincere uno
scudetto.
La
curva della Lazio è
da anni che si distingue per i suoi cori: offese di matrice politica
e religiosa.
E
poi si arriva a Juve-Inter.
Lukaku segna su rigore. La sua esultanza è stata ritenuta offensiva
verso i tifosi, è stato ammonito e poi espulso. Ne è seguita una
rissa finale tra i giocatori, immagini che hanno fatto, giustamente,
il giro del mondo. Meglio che tutti sappiano come ci si comporta. E
quello che capita in una presunta partita importante.
E
si giunge, e non poteva essere altrimenti, all'argomento scivoloso:
la curva juventina ha pesantemente insultato il centravanti. Danilo e
Perin hanno le idee chiare: giusta ammonizione, i tifosi vanno
rispettati, specie gli ultras, poco importa se ti irridono per il
colore della tua pelle. Una chiosa che parla di civiltà e di responsabilità.
Pensare
di discutere o cercare una soluzione è illusorio. In Italia le
opinioni oscurano i fatti. Il tifo è la struttura, il resto è tutto
sovrastruttura, un mero residuo.
Postilla:
è stata una partita di una povertà tecnica desolante. L'Inter ha
una manovra stucchevole, lenta e prevedibile. Esercita un possesso
palla poiché non sa fare altro. La Juve gioca come una provinciale.
Asserragliata in difesa e via, quando può, in contropiede. Specula
sull'errore altrui. Non ha uno schema tattico alternativo.