CALCIO
Una tradizione sportiva da portare avanti
Il presidente Alfio Moro, entusiasta per questa edizione, crede nel futuro della Wambo Cup
Pubblicato il 12.04.2023 07:42
di Enrico Lafranchi
Il Torneo internazionale giovanile è la manifestazione ricorrente più sentita a Bellinzona, non solo dagli sportivi ma da tutta la popolazione. Un po’ come il Rabadan, ha detto compiaciuto Manuel Rivera durante la premiazione. È vero, Bellinzona non esiste senza il Torneo di Pasqua: se ne è rallegrato anche l’avvocato Luca Zorzi, granata doc. L’ottantesima edizione, come abbiamo già riferito, è stata un successone sotto tutti i punti di vista. Il presidente Alfio Moro, nonostante vari ostacoli da superare, è riuscito ad allestire un cast di assoluto valore tecnico oltre che di blasone. Avrebbe voluto fare le cose più in grande, saggiamente ha preferito adottare la politica dei piccoli passi, uno alla volta. Non dimentichiamo che questa bella rassegna è rimasta ‘congelata’ per tre anni, soprattutto a causa della pandemia. Abbiamo chiesto al presidente di stendere un bilancio dell’edizione 2023 denominata Wambo Cup. Gli abbiamo posto anche qualche domanda un po’ imbarazzante, se non proprio scomoda. Moro ha fatto buon viso a cattivo gioco, facciamo per dire naturalmente…
Felice e contento, presidente? 
“Strafelice! Il bilancio è molto positivo, in primis per il bel tempo, goderci tre giornate di sole è stato fondamentale. Poi per l’affluenza di pubblico, indubbiamente interessante. Non da ultimo per l’alta qualità tecnica delle sei compagini”.
La finale ha premiato le due squadre migliori? 
“Ha premiato le squadre che ci sono arrivate sulla base dei risultati ottenuti. Potevano però benissimo essere altre due visto il livello qualitativo delle partecipanti”.
Come mai si è giocato all’ora di pranzo?
È stato giocoforza farlo per dare la possibilità a tutte di rientrare ancora in giornata”.
Sono trascorsi tantissimi anni dalla prima edizione, la Wambo Cup avrà un futuro?
“La nostra speranza è proprio quella di continuare. È importante portare avanti questa bella tradizione di cui la Bellinzona sportiva si vanta dal 1941”.
Trattandosi di una manifestazione internazionale destinata a giovani cui si dovrebbero mettere a disposizione strutture eccellenti, come mai il giorno di Pasqua si è giocato sul B in sintetico e non sul bel tappeto verde?
“Abbiamo dovuto giocare su campi differenti per via dell’occupazione di quello principale (la gara col Losanna si è svolta venerdì sera, ndr), ma anche per non sfruttarlo eccessivamente (una preoccupazione concreta in caso di Pasqua sotto la pioggia, ndr)”.
Entrata libera, un grande successo:
“Veramente! Abbiamo voluto fare in modo che la gente venisse con maggiore frequenza alle partite rispetto alle passate edizioni dove pagando l’entrata ce n’era molto di meno. Ci abbiamo azzeccato perché l’affluenza (abbiamo notato intere famiglie, mamme con passeggini, bimbi in triciclo…, ndr) è stata massiccia”.
Come ha risposto Sementina? 
“Sono contentissimo, abbiamo potuto contare su un’entusiastica disponibilità anche da parte dei sementinesi”.
Ha incontrato qualche difficoltà nell’allestire il ‘cartellone’? 
“Per la verità abbiamo avuto due defezioni di rilievo. Dapprima da parte di una squadra belga che purtroppo non aveva aderito alle nostre richieste, poi quella  di una formazione africana che non ha ricevuto il visto d’entrata dalla loro Ambasciata. Fortunatamente Slavia Sofia e Piacenza hanno aderito con slancio, gli italiani all’ultimo momento, li ringrazio di cuore”. 
Un bel passo in avanti quello compiuto dal presidente Moro e dai suoi collaboratori. “Bellinzona – scriveva un giovanissimo Omar Gargantini sulla soglia degli anni Novanta proprio sull’Eco dello Sport (quanto tempo è trascorso!) – è sinonimo di prestigio nel calcio giovanile internazionale. Il tono qualitativo del Torneo è da anni sempre più elevato, gli spettacoli sono intensi sotto tutti gli aspetti, con scuole sostanzialmente diverse ma tutte interessanti da apprezzare, a darsi leale battaglia. Non è un caso, sicuramente, che da 5 anni sia diventato prerogativa del calcio italiano con l’Inter ad imporsi addirittura nelle ultime tre edizioni, e il Milan che nel campionato Primavera è vicino alle finali, e mancava a Bellinzona dal 1967”. Gargantini, oggi capo dello Sport alla RSI, nel suo pezzo sottolineava in particolare la presenza a quell’edizione (la quarantanovesima per l’esattezza) di una seconda squadra ticinese: “Oltre al Bellinzona sarà presente il Lugano del simpatico Charly Ghirlanda che nella corrente stagione guarda dall’alto di un invidiabile primo posto tutte le avversarie nel contesto nazionale. Non v’è dubbio che tutto il movimento cantonale può essere fiero di avere ad una simile manifestazione due portacolori che si faranno sicuramente onore accanto a squadre come Ungheria, PSV Eindhoven, Newcastle, Standard Liegi, Milan e Inter”. Mamma mia!
Coraggio presidente Moro, Il futuro del Torneo Internazionale Giovanile è di chi sa prenderselo. Giusto che ci creda dopo questa sua prima significativa esperienza!