CALCIO
La straordinaria follia sangallese e altre storie
La squadra di Zeidler, in tribuna, è affondata con l’ilarità incosciente del Titanic
Pubblicato il 17.04.2023 08:05
di Giorgio Genetelli
Zeidler ha rifilato la pepatencia al fido Kuzmanovic e il San Gallo è affondato con l’ilarità incosciente del Titanic, infilzato dagli speroni di ghiaccio dei Leoni avversari, che ora per uscire da questa metafora che si dipana dall’Africa alla Groenlandia ci vorrà non si sa cosa. Troppo bella la partita dell’Espenm… Kybunpark (‘sti nomi) per riuscire a trarne qualcosa che non sia folle: passo, sorpasso, controsorpasso e sbam!, perfino il portiere Ati Zigi è andato in tilt. Mentre Zeidler, ingabbiato in tribuna a causa delle intemperanze di sette giorni prima a Lugano, si è sbracciato quasi descamisado, forse per la felicità di vedere applicato il suo calcio corsaro, dagli avversari però (Zeidler è istrionico e non può più rinunciare al suo ruolo, anche da remoto, e crepi la cautela).
Ora, non si sa se il rivoltare la difesa a causa dell’assenza di Maglica abbia dato una ripassatina anche alla logica, quella che perfino un bambino riesce ad allestire, ma vedere il povero Stillhart dimenticarsi del fuorigioco e poi finire in rete con la palla scalciata al contrario sul loob di Di Giusto, beh, dicevamo, vedere il Basil in quella guisa un po’ è dispiaciuto ma un altro po’ ha divertito. Cinici, sì, ma the show must naa innanz.
Secondo noi Kuzmanovic, per non sprecare l’occasione, si è ribellato ai dettami del superiore e ha provato a schierarsi in modalità sperimentale, come in quei teatri dove gli spettatori vengono disorientati anche se hanno pagato l’entrata.
Eppure, i quatti quatti Leoni di Winterthur hanno rischiato di buttarla via quando Buess ha calciato un rigore pensando di essere Panenka (reminiscenza: abbracciato, il leggendario Antonin, in modalità etilica dal qui presente sul palco del Torneo del Barile di Praga, scena del 2014 ma che ci stava da dio anche domenica al neuroKybun). Il cucchiaio di legno, dello stesso nobile materiale dei piedoni suoi, si è infranto sulla traversa e lo smemorato Buess l’ha buttata in rete di testa, in barba a una regola varata nel 1892 e che vieta al rigorista di toccare la palla quando con mirabile imperizia l’ha prima infranta sui pali o sull’asta.
Lì, Stillhart era già stato accompagnato dallo psicanalista, altrimenti, ne siamo certi, sarebbe riuscito a buttarla dentro lui.
È stato uno di quei giorni che sul momento non ti può prendere la malinconia, ma dopo fai i conti col vuoto, come se ti avesse lasciato la morosa. Ma grazie lo stesso, davvero, meglio esserci conosciuti che non esserci mai incontrati. Non c’è intelligenza artificiale che tenga.