Il quarto derby
stagionale si gioca stasera, domenica, a un orario insolito (19.45): a parte
questa anomalia e all’ormai consueta assenza di pubblico, la sfida tra Ambrì e
Lugano non perde il suo fascino.
Oltretutto questa
sera sarà importantissima per la classifica: l’Ambrì lotta per restare tra le
prime dieci del campionato, il Lugano tra le prime sei. Entrambe vogliono raggiungere
il traguardo prefissatosi a inizio stagione.
Flavio Viglezio,
caporedattore sport del Corriere del Ticino e grande esperto di hockey, inquadra
così la sfida di stasera.
“Non vorrei
essere banale ma credo sia davvero una partita da 50-50. L’Ambrì sembra aver
recuperato il suo modo di giocare energico e aggressivo, il Lugano, anche se un
po’ altalenante, credo abbia capito che deve approcciare meglio le partite se
vuole ottenere dei risultati”.
È anche un po’
Perlini contro Boedker?
“Sono senza
dubbio i due elementi più in forma e quelli che possono trovare con più
facilità la via della rete. Perlini si è integrato molto bene ed è capace di creare
una rete dal nulla mentre Boedker, dopo un avvio difficile dovuto
probabilmente alle diverse dimensioni delle piste, sta tornando a fare quelle
cose che gli avevamo visto fare in NHL. Il gol dell’altra sera contro il Berna
è stato un vero capolavoro”.
L’Ambrì nelle
ultime gare ha subito troppe penalità, soprattutto nel finale di partita. Come mai?
“Credo dipenda da
una mancanza di lucidità nel finale di gara. Ho visto un giocatore come Fora commettere
troppi falli dovuti probabilmente alla stanchezza. Sarà importante per i biancoblù
non ripetersi questa sera perché potrebbero pagarlo a caro prezzo”.
Sulle due panchine
troviamo un Cereda sicuro del suo futuro e un Pelletier invece che aspetta
segnali dalla società. Può incidere tutto questo?
“Luca è
ovviamente più sereno, decide lui il suo futuro e resterà ancora almeno un anno
ad Ambrì, per giocare nella pista nuova. Serge aveva subito un po’ il contraccolpo
dopo le voci su Mc Sorley ma si è ripreso molto velocemente. Ha la fortuna di
avere il gruppo dalla sua parte e questo alla lunga può incidere. Resterà? Non
lo so, ma onestamente la vedo difficile, a meno che non ottenga quest’anno un
risultato eclatante”.
E da giornalista
come si segue un’intera stagione senza pubblico nelle piste?
“È sempre
difficile abituarsi, soprattutto a livello emozionale manca qualcosa. Quando
arrivi alle piste e vedi che è tutto scuro, non ci sono i soliti rumori, fai
fatica ad entusiasmarti. Il pubblico oltretutto con i suoi applausi e i suoi
mugugni, aiuta ogni tanto a interpretare meglio la partita”.
Siete comunque
dei privilegiati: almeno voi potete vedere le partite dal vivo…
“Senza dubbio. In
un momento difficile per tutti, poter andare nelle piste e vedere l’hockey dal
vivo rappresenta comunque un momento di libertà e di svago. Di questi tempi
meglio di niente”.