Ciclismo
Pogacar è in fuga verso la gloria
Lo sloveno vince all'antica, scatta e domina la corsa
Pubblicato il 17.04.2023 07:21
di Angelo Lungo
Tadej Pogacar sta ribaltando il ciclismo. Per anni la tipologia dei corridori è stata ben definita: specialisti delle corse tappe; specialisti delle corse di un giorno. Ma all'improvviso si è appalesato un fenomeno e ha deciso che si può trionfare nei grandi giri ma anche nelle classiche monumento. È giovanissimo ma corre come un veterano, ha una classe immensa e mostra coraggio, non ha paura: scatta, quando vuole. È paragonato al più grande “cannibale” di tutti i tempi: Eddy Merckx. Il belga, dopo la vittoria dello sloveno nelle Fiandre, si è espresso con parole icastiche: “È già più di un campione. Non solo vince, ha stile e forza, compie delle imprese”. Pogacar si muove in totale libertà, non è eterodiretto da un computer, si gestisce in base alle sue sensazioni, non è prigioniero di tattiche.
Dopo aver domato i Muri del pavé del Giro delle Fiandre, è arrivato il trionfo anche nella classica olandese della birra: l'Amstel Gold Race. Mancavano circa 28 km al traguardo e via con uno scatto imperioso. L'idea dove provare l'attacco gliel'ha suggerita un amico-rivale: Van der Poel. Ha rivelato che circa tre giorni fa, ha ricevuto un messaggio: “Con Van der Poel abbiamo gran rapporto. Mi ha consigliato di attaccare sul Keutenberg, il Muro più duro”. Lo sloveno lo ha preso in parola e sul pendio lungo 1200 metri, con una pendenza del 14%, ha preso il volo. Nulla hanno potuto i suoi avversari.  Stupisce per l'età, in genere i corridori maturano tardi, per essere competitivi servono: resistenza e grande capacità di recupero, doti che si affinano con il tempo. Stupisce la sua freddezza, nervi saldi, sempre glaciale in volto, lettura di gara impeccabile e tutto questo nonostante la gioventù. Verrebbe da affermare che si tratta di un predestinato, come da tempo non si vedeva. Il ciclismo è sport popolare, fatto per il popolo e il popolo lo esalta. Il campione è necessario: per alimentare il mito. Pogacar corre sulla strada della storia, per adesso il suo incedere è spedito. Fa fatica come tutti gli altri e lo nasconde abilmente. Ma gli invincibili non esistono: specie nello sport delle due ruote e l'ultimo Tour lo ha dimostrato. E questo lo rende umano.
Scrive Arthur Bloch: “Dovunque tu vada sarai sempre in salita e controvento”.