Union Berlin in Champions
League? Sì, no, sì, no, ni.
Inchiodato in casa sul pari dal Bochum in quest’ultimo turno, la squadra di
Köpenick (Berlino est) rimane però al terzo posto in Bundesliga a quota 52
punti (Bayern 59, Dortmund 57), uno davanti al Lipsia e due sul Friborgo.
L’allenatore zurighese Urs
Fischer è dunque in corsa per la Champions League ma malgrado ciò preferisce non avventurarsi in questo tema: la parola Champions da molte settimane è
proibitissima sia all’interno dello spogliatoio che in ogni genere di
dichiarazioni o interviste.
Ma che cosa sta succedendo a
Berlino? A dire il vero, una situazione finora unica nella storia dell’Union,
la squadra detta “Arbeitermannschaft” (squadra dei lavoratori) è giunta nella
massima lega tedesca alcune stagioni fa quando Urs Fischer ne assunse le redini
in 2. Bundesliga.
Giacché parliamo di
lavoratori, anche a Urs Fischer venne dato dell’”Arbeitersohn” (figlio di
lavoratori) da parte della stampa svizzerotedesca, ma più che altro per
il fatto del suo carattere modesto ma amichevole e oltremodo altruista. Ha
giocato 545 partite tra Zurigo e San Gallo e allenato lo stesso Zurigo (un
secondo posto finale), Thun (quarto) ma soprattutto in due anni a Basilea ha
colto due titoli e una coppa… per poi venir ringraziato per tutto quanto
fece al St. Jakob al termine della seconda stagione.
Ma torniamo alla Alte
Försterei (“vecchia selvicoltura”) dove si trovano stadio e campi di
allenamento dell’Union. La scorsa settimana alcuni lavoratori – scusate,
addetti ai lavori – hanno rinnovato l’intero impianto di altoparlanti dello
stadio e naturalmente hanno provveduto al classico “sound check”.
Volente o nolente, dai nuovi
altoparlanti è uscito proprio l’inno della Champions League, allorché Fischer (madre
italiana, regione Passo della Cisa, Appennino tosco-emiliano) si è girato di un
botto chiedendo delucidazioni in merito: “Doveva essere assolutamente
necessario compiere questi test proprio durante una seduta d’allenamento?”.
All’infastidito mister sono
giunte sia le scuse che le giustificazioni. Gli addetti ai lavori hanno
compiuto il loro lavoro abituale senza sapere della seduta d’allenamento poco
lontano; bisogna sapere che all’Union (fondato nel 1910 come SG Union
Oberschöneweide) non dispongono delle attrezzature di un Bayern o un Dortmund,
addirittura furono proprio i tifosi dell’”Arbeitermannschaft” a metter mano al
rinnovamento dello stadio alcuni anni or sono. E il tabellone luminoso è ancora
sostituito dal lavoro a mano coi cartelli, un po’ come al vecchio Comacini di
Chiasso di una volta: se una squadra segna 10 gol, problemi "logistici"…
L’irritato Fischer (in
tedesco “pescatore”) in definitiva l’ha presa sul ridere quando gli hanno
spiegato che la musica emanata dagli altoparlanti faceva parte di uno standard
impiegato nei test in tutti gli stadi: “Va bene, va bene. Francamente, per il
momento preferisco delle melodie di AC/DC che non quella della Champions, le
quali, se potessi scegliere, preferirei sentirle in settembre”.
Ma coincidenza musicale o no,
a Köpenick più che a (non) qualificarsi per l’innominabile “League” hanno paura
di qualcos’altro: che un grosso club venga a pescarsi il loro allenatore.
-.-