Nel
libro “Apocalittici e integrati”, Umberto Eco sosteneva che
l'Apocalisse è l'ossessione del dissentire, mentre l'integrazione è
la realtà concreta di coloro che non dissentono. L'integrato è un
conformista, colui che aderisce alle opinioni prevalenti, segue
pedissequamente il pensiero dominante, segue, senza spirito critico,
in maniera passiva, i comportamenti della maggioranza. Poi ci sono i
ribelli, quelli che all'improvviso dicono di no, mettono in
discussione la Legge del Padre, contestano senza paura, sfidano
l'estensione del dominio della norma. La rovesciata nel mondo del
calcio è un atto di ribellione. Il football vive perfettamente
organico alla società dello spettacolo. Ogni gesto atletico viene
visto, rivisto e replicato. Agli albori della disciplina tutto era
riportato e tutto era sperimentato. Il primo calciatore a realizzare
la prima rovesciata fu il brasiliano Leonidas da Silva, il
24 aprile 1932. Le cronache spiegano che era un giocatore dalla
tecnica sopraffina, ricordato perché realizzò la prima rete con la
“bicicletta”. Molto tempo dopo, fine anni Ottanta, sulla scena è
comparso un portiere basso di statura, dalla capigliatura folta,
aveva straordinari mezzi tecnici. E decise che poteva uscire
dall'area di rigore. Era René Higuita detto
“El loco”, era colombiano. Nel 1995 la sua nazionale
giocava a Wembley, nel tempio del calcio. Su un tiro-cross di
Redknapp, apparentemente innocuo, non bloccò il pallone in presa, lo
lasciò scorrere alle sue spalle, si slanciò in avanti e lo colpì
con i piedi. Era la parata dello “scorpione”. Pablo Fornals
è spagnolo e milita nel West Ham. La sua squadra, nell'ultima
giornata di campionato, ha travolto il Bournemouth. Al minuto 72 ha
realizzato un gol incredibile. Si è ritrovato in area, ha ricevuto
il cross di un suo compagno, il corpo era avanti, ci è arrivato
facendo il gesto dello scorpione. Marcatura fantastica, spettatori
stupiti e social scatenati.
Scrive
Albert Camus: “Mi ribello; dunque esisto”.