Le ore prima del match sono quanto di più spirituale o
leopardiano si possa sperare, anche meglio che stare nel bosco o in una
spiaggia deserta. Lo stadio è vuoto, le squadre riposano nei ritiri, gli
allenatori pensano solitari, gli addetti allo stadio preparano con una calma
quasi innaturale e muta, le bibite si raffreddano, i cibi si scaldano, e noi ci
godiamo il tempo sospeso nel cuore frenetico della città. Tutto questo sparirà
in una bolgia di emozioni che covate a lungo si scontreranno con clangore di
cuori e pensieri alla rinfusa. Ma non ora, ora si possono scrivere fogliettini
artistici pieni di note e immaginare schieramenti, riempire i vuoti con la
fantasia, sentire il proprio respiro nelle cuffie silenti.
L’immenso Letzigrund è il meglio, è un impianto vecchio e ampio con la sua pista olimpica come una collana arancione sul maglione verdissimo dell’erba. Altri stadi, moderni, sono più freddi e capisci che oltre alla partita che verrà si preparano anche, se non soprattutto, allo shopping variegato che appare un orpello da bisognosi. Alcuni hanno anche l’erba di plastica, altri sono linee di ferro e brillano di luci fredde. Il Letzi no, nel pomeriggio di sole che ammanta Zurigo con una reminiscenza di Provenza, c’è una dolcezza che spinge con delicatezza al raccoglimento prima della messa laica e furente che seguirà.
È un godimento da privilegiati che aiuta a preparare quel piccolo pezzo di storia in diretta, e quindi imprevedibile, che è una partita di calcio. Alla quale va dato impegno, serietà e parole in equilibrio tra tecnica e improvvisazione.
Poi, dopo questo viaggio nel silenzio, arriveranno incontri e confronti, ma a quel punto tutti sapremo più o meno cosa fare per tenere lontane le brutture del mondo là fuori e divertirci, come compagni in gita scolastica.
L’immenso Letzigrund è il meglio, è un impianto vecchio e ampio con la sua pista olimpica come una collana arancione sul maglione verdissimo dell’erba. Altri stadi, moderni, sono più freddi e capisci che oltre alla partita che verrà si preparano anche, se non soprattutto, allo shopping variegato che appare un orpello da bisognosi. Alcuni hanno anche l’erba di plastica, altri sono linee di ferro e brillano di luci fredde. Il Letzi no, nel pomeriggio di sole che ammanta Zurigo con una reminiscenza di Provenza, c’è una dolcezza che spinge con delicatezza al raccoglimento prima della messa laica e furente che seguirà.
È un godimento da privilegiati che aiuta a preparare quel piccolo pezzo di storia in diretta, e quindi imprevedibile, che è una partita di calcio. Alla quale va dato impegno, serietà e parole in equilibrio tra tecnica e improvvisazione.
Poi, dopo questo viaggio nel silenzio, arriveranno incontri e confronti, ma a quel punto tutti sapremo più o meno cosa fare per tenere lontane le brutture del mondo là fuori e divertirci, come compagni in gita scolastica.