La
terra è Madre, è stata un tempo anch'essa figlia. È stata giovane, ora è adulta, umile e alta. È un ventre che contiene tutte le
creature: le protegge, le cura, le fa crescere. Germina la speranza,
dona la possibilità di nascere ed esistere. Esalta la vita, un ciclo
che continuamente si rinnova e si evolve. È magnificente nella sua
bellezza, che stupisce e lascia sempre attoniti. I suoi colori
rimandano a un'estetica che appaga corpo e anima. E poi l'umano ha
preso il sopravvento: la volontà di potenza si è manifestata, una
struttura ancestrale è stata rivoltata, territorio e clima hanno
subito un cambiamento radicale, i processi geologici sono stati
ribaltati. Si chiama Antropocene.
Ma
non tutto è perduto, si può decidere che il probabile diventi
possibile. Francesco Besomi e Michele Rusca sono due
ticinesi, hanno ideato un progetto “Canto d'erba”, con l'intento
di valorizzare la natura e la tradizione contadina. Hanno avuto una
visione, l'hanno afferrata e hanno l'ambizione di realizzarla. Il
concetto è molto semplice, ma di grande impatto per il rispetto dei
prati e dell'ecosistema. Consiste
nel gestire aree verdi con attrezzi rispettosi dell’ambiente. Il
prato viene tagliato con la falce, un metodo antico e sottovalutato,
la falce è silenziosa ed efficace, oltre ad essere di gran lunga
meno invasiva per il piccolo ecosistema che vive nel prato. Gli
attrezzi moderni quali decespugliatori, tagliaerba, trinciastocchi e
soffiatori sono veloci ma rumorosi, infliggono devastazioni sia
materiali che personali e cosa più importante sono la causa di uno
sterminio di insetti e piccoli animali, determinando una grave
perdita della preziosa biodiversità. Un danno ai nostri occhi ancora
poco visibile ma che a lungo andare costituirà una scomparsa di un
mondo di inestimabile valore. L’antica
arte contadina prevedeva l’utilizzo della falce, un metodo che ha
una sua valenza, incide con rispetto sui prati e inoltre consente di
poter valorizzare l’erba tagliata trasformandola in prezioso
foraggio per erbivori. Canto
d’erba è solo apparentemente un piccolo tassello, l'auspicio è
quello di ritornare a un gesto che ha una sua arte e necessità di
un'appropriata professionalità. Non si tratta di un mero ritorno
nostalgico al passato, ma c'è un risvolto essenziale: la cura del
nostro territorio, quello che ci circonda, quello che deve essere
accudito e non semplicemente sfruttato. Francesco
e Michele sono due agricoltori non sono ribelli ma
semplicemente vogliono conservare e riproporre una tradizione: si
approcciano alla terra con attrezzi rispettosi dell’ambiente. Sono
nel tempo ma non lo subiscono. Propongono un capovolgimento del punto
di osservazione. La resistenza è fine a se stessa se non si passa
all'azione.
Per
chi fosse interessato alle attività dell'Associazione “Canto
d'erba” può richiedere informazioni al seguente indirizzo:
apassodicapra@gmail.com
(nella
foto Francesco Besomi)