HOCKEY: A PROPOSITO DEL DERBY
Lajunen e la partita perfetta
Un giocatore che non si tira indietro quando la lotta si fa dura
Pubblicato il 08.03.2021 16:00
di Doriano Baserga
Derby firmato Jani Lajunen. Il finnico ha dimostrato di non essere ancora un giocatore finito. Malgrado la difficile operazione all’anca, sempre delicata per un giocatore di hockey, ha saputo riprendersi il Lugano. E lo ha fatto da vero gladiatore del ghiaccio. Uno che sa cosa significa soffrire e prendere colpi a ripetizione per non risparmiarsi a favore dei compagni. Se chiedete ai giocatori del Lugano cosa ne pensano di Lajunen, la maggior parte risponde che uno come lui è fondamentale per il gioco di squadra e per l’equilibrio.
Gioca difensivo aiutando i compagni di difesa a bloccare i dischi gettandosi a ripetizione sul ghiaccio, si propone in avanti e si piazza davanti allo slot per coprire il portiere avversario. Quante reti sono state evitate e fatte? Molte dicono i compagni di squadra.
Contro l’Ambrì Lajunen ha semplicemente giocato la partita perfetta. Quella che si sogna da bambino quando si vuole diventare un giocatore protagonista. Buona parte del successo bianconero è merito suo e dal suo cilindro ha cavato tutto il miglior repertorio per cui è diventato Jani Lajunen.
Nato il 16 giugno del 1990 e alto 1.89, il nazionale finlandese ha vinto un mondiale nel 2011 in Slovacchia e un argento in Russa nel 2016.
A Lugano lo ricordiamo grande protagonista nei play-off disputati dai bianconeri, un giocatore che non si tira indietro quando la lotta si fa dura e ci mette del suo. Il fisico innanzitutto e la mentalità di squadra. “Si vince solo con la squadra, mai con il singolo” ama ripetere solitamente nelle sue interviste.
Partito nell’ultima stagione come quinto straniero a disposizione dei Rockets in attesa del suo completo recupero, con la prematura partenza di Carr per la NHL Lajunen non ha mai potuto indossare la maglia della formazione di Biasca, ma appena guarito gli son bastati una quindicina di giorni di allenamenti in squadra per convincere subito Serge Pelletier ad inserirlo come titolare fisso.
"Un giocatore come lui serve sempre" ci ha detto Serge. E come dagli torto? Certo che lo scorso anno non aveva convinto pienamente ma aveva un problema non da poco. Risolto e rimessosi in forma a man mano ha dimostrato di potersi meritare una chance anche per la prossima stagione.
Nelle ultime partite, oltre a difendere e a dare fastidio ai portieri avversari, ha pure riscoperto il vizietto del gol. Giocatore completo il vichingo, che a 31 anni potrebbe risultare ancora importante per la causa bianconera.
A volte i fuoriclasse non bastano per vincere, occorrono anche i gladiatori che danno e prendono colpi a favore del gioco collettivo. Insomma un centro completo quello ritrovato da Serge Pelletier e un giocatore in scadenza di contratto che potrebbe fare nuovamente comodo al Lugano in futuro.