Roby Ginevri, meccanico di professione e pilota per passione di autocross, da dieci anni segue il Campionato Svizzero con le sue auto. Il due volte campione svizzero (2017 e 2019) e semi europeo (2019), (si è anche classificato per ben due volte al secondo posto al Campionato Svizzero). Ha ereditato la passione per le corse, e in particolare l’Autocross, dal papà Vittorio che fu pilota nella stessa disciplina.
Nonostante il grande amore per questo sport, in questi anni non sono mancati momenti di sconforto, tanto da farlo abbandonare temporaneamente il mondo delle corse. Nella stagione in corso il pilota ticinese è primo in classifica nel Campionato Svizzero della categoria buggy e da anni è l’unico ticinese in griglia. Non a caso, l’obiettivo di Roby è proprio quello di cercare sostegno per promuovere questo sport anche sul nostro territorio.
L’Autocross è uno sport forse poco conosciuto ma molto popolare in Svizzera interna, si corre con vetture in circuiti chiusi. Il Campionato Svizzero è suddiviso in 12 categorie per circa 150 iscritti.
Lo abbiamo raggiunto a Grancia per farci raccontare il suo impegno nella promozione di questo sport in Ticino:
La sua principale volontà è quella di fare conoscere maggiormente questo sport nel nostro Cantone, cosa lo rende così appassionante?
’La parte più bella di questo sport è l’ambiente che si crea, i paddock sono animati dalle famiglie dei piloti, figli che aiutano i padri o le madri a sistemare l’auto pronta per correre la gara. I rivali che dopo la corsa diventano amici e sono pronti a passare momenti insieme, tra grigliate e risate in compagnia. Si crea una sorta di gruppo. Essendo l’unico pilota ticinese nel Campionato Svizzero, creare rapporti di amicizia non era assolutamente evidente, visto le difficoltà linguistiche. Nei paddock si parla prettamente tedesco, ma nonostante il poco tedesco parlato questo non è stato un ostacolo per potere creare nuove amicizie e legami duraturi. Una decina di anni fa ho conosciuto Nico DeGiosa pilota italiano che vive in Germania, ora lui non corre più, ma quando ha saputo che avrei partecipato alla gara che si disputava a Maggiora, in Italia, è venuto a vedermi e a sostenermi con tutta la sua famiglia.
Essendo l’unico pilota nel Campionato Svizzero italofono, vorrei avere il piacere di stare con piloti ticinesi durante i fine settimana di gara, manca in pista la parte della Svizzera italiana”.
È uno sport aperto tutti? E cosa dovrebbe fare una persona interessata a iniziare a praticare questa disciplina?
‘’I piloti possono essere sia a uomini sia donne. Le donne possono correre insieme agli uomini, oppure nella categoria a loro dedicata. Nel Campionato Italiano sono presenti piloti disabili. Possiamo assolutamente dire che l’autocross è uno sport inclusivo aperto a tutte e a tutti. Nel Campionato Svizzero si può iniziare a corre a 14 anni, la federazione organizza delle giornate dove i genitori portano i figli in pista, la pista mette a disposizione un’auto e ci sono delle lezioni. Se il ragazzo è capace riceve un patentino e può correre. Chi fosse interessato a provare per la prima volta può contattarmi direttamente, oltre ad essere pilota sono anche un verificatore tecnico, essendo meccanico di professione, ho la competenza di capire se l’auto ha subito delle modifiche e soprattutto se le auto sono sicure per potere correre’’.
Quando si pensa agli sport motoristici, uno dei primi pensieri che viene in mente è che non sono sport per tutti, visto gli enormi costi che ci sono, l’autocross si differenzia rispetto le altre categorie?
’Corriamo con macchine più vecchie su percorsi sterrati, c’è la possibilità di avere una nuova auto da rally, oppure con una vecchia auto meno competitiva si può comunque riuscire a correre. Per iniziare nell’autocross si può partire con un budget di 2000 fr.- per un auto della classe 1. È più alla portata di tutti, rispetto ad altri sport motoristici come esempio la F1’’.
Ha un’auto muletto da cross da poter far guidare a chi volesse provare a fare i primi passi in questa disciplina. Com’è nata l’idea?
‘’L’idea è nata per fare correre mio fratello, che condivide la mia stessa passione, poi però non ha voluto continuare, l’auto è rimasta li. Da quando corro, sono ormai 10 anni, ne ho comprate una quindicina e quindi si è trasformata anche questa in una passione. A Bure, nel Canton Giura c’è un pilota che vuole correre con questa auto e l’ho messa a disposizione’’.
Come anticipato, la classifica del Campionato Svizzero la vede in testa. Come sta andando questa stagione?
‘’La stagione è iniziata bene ed è partita con l’idea di divertirmi e basta. L’ auto nuova non era finita. Per questo ho deciso di sistemare quella dell’anno scorso e ho continuato con quella, per il momento sta andando bene. L’idea è di creare gruppo, trovare persone che vogliono venire insieme a me a vivere l’ambiente delle corse. Gli anni vincenti sono sempre stati quelli dispari e quest’anno è un anno dispari! Non dico più niente’’.
L’obiettivo di Roby è quello di far conoscere sempre di più questo sport, mettendo in luce quanto di bello c’è in questa disciplina. Un ambiente, quello del paddock, con un clima unico. Anche Carlo Suter, Presidente della Federazione del Campionato svizzero, desidera avere più italofoni in pista. Non ci resta che fare un grosso in bocca al lupo al nostro pilota ticinese che, da anni, oltre a collezionare soddisfazioni in pista, si espone e ci mette tutta la sua passione per far conoscere al nostro Cantone l’autocross.