CALCIO
La seconda giovinezza di Maccoppi
Il giocatore del Lugano Under 21 tra passato, presente e... tante emozioni
Pubblicato il 06.05.2023 08:36
di Enrico Lafranchi
È un piacere per noi incontrare Andrea Maccoppi, un ragazzo che ha sempre creduto nelle proprie qualità e nelle proprie idee. Giocatore molto amato dalla tifoseria, centrocampista brioso e dinamico, dopo avere lasciato il Ticino (Locarno, Chiasso) ha conosciuto il suo momento migliore a Ginevra con la promozione in SL del Servette, appena uscito da un periodo buio. Non gli è naturalmente stato facile liberarsi di vittorie e di abbracci vissuti gioiosamente in quello stadio, lo Stade de Genève. Il club aveva riconosciuto in lui “un modello di calciatore professionista”, per i media ginevrini è risultato “l’artigiano della risalita in SL”. Belle parole, significative ‘testimonianze’, Andrea era però contento di tornare a respirare l’aria del Ticino. Quindi il ritorno in rossoblù, ancora nelle vesti di capitano, poi il… diavolo ci ha messo la coda fino al sospirato arrivo sulle rive del Ceresio dove ha potuto coronare un sogno che già anni prima era molto di più di una speranza: “In passato avevo avuto due possibilità che si potesse realizzare il mio passaggio al Lugano (in prima squadra, ndr)”. Scendere di un altro gradino (dalla PLP alla PLC) non è stato un problema: per età e per carisma è diventato il leader della Under 21. Dopo l’amarezza di Chiasso (“Gli ultimi 7 mesi sono stati allucinanti”), era importante che gli tornasse il sorriso: “Continuerò a giocare come ho fatto in Promotion League, anche se a un livello lievemente inferiore. Insieme a Marko (Basic) cercheremo di portare in squadra un certo tipo di cultura e di mentalità ai giovani che escono dal Settore giovanile”.
Una cosa è certa: a Lugano Andrea sta vivendo una seconda giovinezza. Lo abbiamo avvicinato al termine di una seduta di allenamento.
Prima di tutto, come va Andrea?
“Fisicamente sto benissimo, il calcio mi procura un grande piacere. Gioisco di più ora che sono un… vecchietto! (beh, Moresi dice che di anni ne dimostri 10 di meno… - Si ride, ndr)”.
Recentemente hai risentito il caratteristico ‘profumo’ dei grandi stadi:
“È vero, sono stato in panchina al Letzigrund con il GC e con il Servette allo Stade de Genève (gara di coppa, ndr). Soprattutto quella che ho vissuto per tre giorni a Nyon è stata una grande emozione. È lì che vivevo quando giocavo con la maglia granata. Fare allenamento, stare ad aspettare la partita, vedere tanta gente, giocare in quello stadio è sempre stato qualcosa di fantastico. Ho rivissuto un po’ quelle ‘atmosfere’ grazie al Crus”.
Il Paradiso si è preso un vantaggio (+ 11) inatteso?
“Non direi, lo si poteva prevedere. Loro hanno una squadra costruita nel tempo che aveva già vinto tanti campionati. Non è una sorpresa, nel girone di ritorno al Pian Scairolo sono arrivati diversi giocatori del Chiasso. Sono diventati ancora più forti”.
La vostra Under 21 fa un po’ fatica:
“Abbiamo compiuto qualche passo falso che non meritavamo. Siamo però lì, puntiamo al Playoff”.
Papà Stefano non è stato fortunato col Bellinzona:
“C’era da aspettarselo, sinceramente detto speravo potesse fare meglio. La situazione era diventata problematica. Ha fatto tutto quello che si poteva, la squadra era anche andata in ritiro. Purtroppo nel calcio le cose non sempre vanno come si vorrebbe. Mi dispiace per lui, era contento di essere rientrato, conosceva bene la piazza”.
In alto i cuori, a Stefano rimane la soddisfazione di vedere il figlio ‘rigenerato’ dal Lugano, dopo la sfortunata esperienza col Chiasso. “Andrea è al settimo cielo!”.
Per buona fortuna il calcio è anche festa, gioia e divertimento.