Calcio
Mou contro tutti
La speciale versione del portoghese
Pubblicato il 07.05.2023 07:00
di Angelo Lungo
Essere speciali significa distinguersi, avere la volontà di mostrare la propria “potenza”, non avere paura di osare. E procedere. Si crede al destino e si tenta di domarlo, il fato non suscita apprensione e non blocca.
Mourinho è rientrato in Italia il 4 maggio del 2021. Su di lui c'erano dubbi. Era quello dell'era interista? Oppure quello smunto dell'ultimo periodo inglese? Dubbi speciosi: il portoghese in Italia si sente a casa. Riesce a dare il meglio di sé, trova il suo pubblico e lo conosce, sa esaltare chi gli è amico e attaccare chi gli è nemico. E nel Belpaese non c'è spazio per la discussione, ma tutto è polemica: il terreno ideale del portoghese. Per distacco, attualmente, è ancora l'emblema del mister. Il campionato è asfittico di personaggi. Tutti dentro la prassi. Lui si ribella all'estensione del dominio della normalità. E impone la sua visione. È stato chiamato a Roma per ristabilire l'ordine. L'ambiente calcistico capitolino è caotico. Pulsa di istinti e freme. Umorale sino all'inverosimile. Serviva una figura autorevole ma non autoritaria, un accentratore, coraggioso e senza timori, che ora esalta, che ora calma. E la capitale all'improvviso ha avuto il suo condottiero, il suo capopopolo. Lo aspettava, lo anelava e lo ha accettato. Finalmente società, calciatori e tifosi hanno un capitano di ventura: carismatico, colto, poliglotta. Gli allenatori italiani difficilmente esprimono opinioni forti o fanno dichiarazioni roboanti, manifestano solo nervosismo quando la loro panchina traballa. Mou crea scompiglio, cerca lo scontro, lo provoca e lo cavalca. E l'ambiente giallorosso lo segue con convinzione, si è consegnato a lui. Lo riconosce come il difensore di un'identità che sfida tutto e tutti. Mou non è un fine tattico, probabilmente a Roma deve calibrare le sue ambizioni, ma è colto, intercetta, nonostante l'età, i tempi e gli umori della gente. È un abile e consumato manipolatore. La sua versione è riconosciuta, è legittimato. E questo gli potrebbe bastare. La Serie A, specie la Roma, ha bisogno di uno come lui e non viceversa. E Roma-Inter è finita così: il tecnico in testa, la squadra dietro di lui e via sotto la curva.
Parafrasando Humphrey Bogart: “È il calcio bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente!”, il film era “L'ultima minaccia” del 1952.