Calcio
L'esperienza dell'Inter
I nerazzurri si aggiudicano l'andata della semifinale della Champions
Pubblicato il 11.05.2023 07:22
di Angelo Lungo
È la bellezza del calcio: è una materia opinabile. Tutti ne possono discutere, è una comunità autenticamente democratica. E sovente le ragioni si confondono con gli alibi. L'Inter, nella semifinale d'andata della Champions, ha battuto nettamente il Milan, soprattutto sul piano del gioco. Ha dato la sensazione di essere una squadra compatta, che aveva un preciso piano tattico e consapevolezza dei propri mezzi. I padroni di casa, causa anche gli infortuni, hanno improvvisato, sono andati alla ricerca dell'episodio. E tuttavia la spiegazione del risultato può avvenire attraverso un paradosso basato su: di un'opinione per i rossoneri; un fatto per i nerazzurri.
Sostiene Pioli che fino al settimo minuto gli avversari non erano riusciti a entrare nella loro area, meglio l'Inter nel primo tempo, ripresa a favore del Milan, ha ritenuto l'arbitro non all'altezza poiché ha usato “due pesi e due misure”. Ma l'opinione corrente dell'ambiente rossonero è che: si è perso perché mancava Leao. Troppo importante e decisiva l'assenza del giovanotto, 23 anni, portoghese. È considerato uno dei migliori calciatori al mondo. Capace di decidere una partita. Talento unico: spacca l'inerzia degli incontri con tecnica e velocità. Timida e impalpabile la prova dei suoi due coetanei Tonali e Brahim Diaz. E al ritorno tutto è possibile, c'è ancora speranza, qualora l'attaccante riuscisse a recuperare.
L'interismo non ci crede ancora. Aspetta circospetto. Il fatto è che i protagonisti della semifinale sono stati due atleti navigati ed esperti: Dzeko che ha 37 anni e Mkhitaryan di 34 anni. Sono figli dell'austerità imposta dai cinesi all'Inter. È il mercato dei parametri zero di Marotta e Ausilio. Il bosniaco parte sovente titolare, è Lukaku che deve subentrare e giostrare per una trentina di minuti. L'armeno è insostituibile, sono ora Brozovic, ora Calhanoglu a dover scaldare la panchina. Ebbene sì: Pioli ha bisogno della gioventù, Inzaghi si affida all'esperienza.