CALCIO
Una vittoria che scaccia i "fantasmi"
Il Lugano non stecca contro il Winterthur in una partita che valeva tantissimo
Pubblicato il 15.05.2023 07:40
di Silvano Pulga
Venerdì eravamo rimasti perplessi, ascoltando Mattia Croci Torti durante la tradizionale conferenza stampa di presentazione dell’incontro domenicale. Il tecnico, infatti, aveva insistito moltissimo sull’importanza della partita, e sul dovere di vincerla. Intendiamoci: a questo punto della stagione, tutte le sfide sono importanti, considerato il grande equilibrio visto sinora. E, ormai, gli scontri diretti sono finiti: tutte le avversarie dei ticinesi, da qua a fine campionato non hanno, infatti, interessi di classifica confliggenti con loro. 
La cosa ci ha incuriosito E, quindi, abbiamo fatto la cosa più semplice possibile, in questi casi, domandando ai protagonisti se queste affermazioni erano dovute, magari, alla paura che la squadra, di fronte a un’avversaria oggettivamente più debole, rischiasse di non trovare i giusti stimoli, o se si trattasse solo di scaramanzia, o altro ancora. Alan Arigoni, autore di una bellissima prestazione dopo le prove opache delle ultime settimane, coronata tra l’altro dal gol della vittoria, ci ha rivelato, a bordo campo, che il Crus, negli spogliatoi, ha chiesto a tutti di avere pazienza, prevedendo (come infatti avvenuto) che gli avversari, peraltro usciti benissimo dalle partite contro San Gallo e Sion, avrebbero fatto densità nella propria metà campo, chiudendo gli spazi, cosa puntualmente avvenuta. Il difensore ex GCZ ha poi aggiunto che la squadra è in salute e in fiducia, convinta dei propri mezzi, e determinata a fare bene. E che i risultati sono conseguenza di questo momento ottimale. 
Il tecnico, nella conferenza stampa di fine partita, ha invece rivelato un altro particolare: “In questa stagione, ogni volta che, soprattutto in casa, ci si presentava l’occasione, facendo bottino pieno, o di consolidare una posizione di classifica, o di sorpassare un’avversaria diretta, regolarmente ci è capitato di non vincere, anche al termine di prestazioni di spessore. Ecco, questa volta non è successo, e stasera festeggiamo la matematica certezza di avere conquistato un posto in Europa, anche se, ovviamente, vogliamo migliorare il nostro piazzamento, per guadagnare una situazione migliore nelle competizioni europee.”
Svelato il mistero, dunque: vincere per scacciare definitivamente un fantasma del quale nessuno magari parlava ma che, evidentemente, avrà agitato i sonni del Crus questa settimana. Aggiungiamoci anche il fatto che l’ultima volta nella quale i sottocenerini sono usciti sconfitti dal campo è stato al cospetto dei neopromossi Leoni zurighesi, ed ecco che il pranzo è servito. 
Sul campo, è stata dura come da risultato. Per passare c’è voluta infatti una magia di Aliseda, che ha insaccato con un preciso rasoterra al termine di un’azione personale. Poi Hajrizi ha subito rimesso in partita i biancorossi, appoggiando sui loro piedi un facile disimpegno che Nishan Burkart ha subito trasformato in un assist per l’ex Ardaiz, questa volta molto più letale rispetto al suo passato in Ticino. A questo punto, una squadra timorosa avrebbe potuto iniziare a veder ballare i fantasmi. E, invece, i bianconeri hanno, una volta tanto, sfruttato a loro favore una palla ferma, loro punto debole nelle ultime settimane: punizione dalla tre quarti col contagiri di capitan Jonathan Sabbatini, colpo di testa vincente di Alan Arigoni, e palla nel sacco. Va detto, tutto nel giro di 6’, dal 15 al 21’: niente male, insomma. 
Il resto dell’incontro è stato una gestione ticinese tutto sommato agevole, eccezion fatta per l’ultimo quarto d’ora, quando gli zurighesi hanno avanzato il loro baricentro di una ventina di metri, e gettato nella mischia il fisico e l’opportunismo di vecchie volpi come Roman Buess, fermo restando che a  noi è piaciuto parecchio, nelle file ospiti, il difensore Souleymane Diaby: rapido nonostante il fisico imponente, preciso e pulito nelle chiusure, intelligente a interdire le trame offensive avversarie, e bravo anche quando si è trattato di impostare dal basso l’azione dei suoi. Chissà se Da Silva avrà preso nota. 
In definitiva, un’altra bella prova di maturità, che è valsa la certezza di un piazzamento europeo. Certo, come diceva Mattia Croci Torti era uno degli obiettivi fissati quest’estate: ma affermarlo a luglio non era la certezza di riuscire a farcela nella primavera successiva, soprattutto guardando la caratura delle avversarie alle spalle dei ticinesi. Ma, in tutto questo, la cosa bella è che non è ancora finita, anzi: domenica si va a Basilea, poi arriverà a Cornaredo lo Young Boys e, infine, si chiuderà in trasferta al Letzigrund con lo Zurigo. Si terminerà per modo di dire, naturalmente, perché il piatto forte sarà la finale del 4 giugno a Berna: oltre 11.000, sinora, i tagliandi venduti nella Svizzera italiana. Il che significa che, contrariamente al solito, i gialloneri non si troveranno davanti alla solita marea giallonera, uscendo dagli spogliatoi. E per sapere quanto questo potrà dare loro fastidio, pregasi citofonare FC Zurigo, finale anno 2018. Che bella questa primavera ticinese. E che bello esserci, aggiungiamo noi.