LETTERA DI UN EX
La Valascia, ricordi di una leggendaria Old Lady
Bellissimo tributo alla pista dell'Ambrì da parte dell'ex Panzera
Pubblicato il 11.03.2021 18:01
di Franco Panzera
Ricordi di un adolescente come tanti:
Erano gli anni 1950/'60 come adolescente vivevo le mie prime esperienze alla pista della Valascia.
Di nascosto mi appropriavo dei pattini di mio fratello per iniziare a pattinare.
Finalmente un bel giorno ricevetti un paio di pattini del numero adeguato e cominciai a sognare.
Quando il mitico Bob Kelly allenava il portiere Danilo Morandi il sabato mattina ero sempre appiccicato alla transenna sognando un futuro fra quei protagonisti.
Comunque il ritardo nel pattinaggio nei confronti dei miei coetanei era considerevole quindi bisognava recuperare in fretta.
I sabato e domenica erano esclusivamente dedicati al ghiaccio.
Fin qui il sogno di tanti giovani che ambivano a diventare protagonisti dello sport.
Ricordi di un ex giocatore:
Nel 1960 successe una specie di finimondo nella squadra, in quanto dalla generazione dei giocatori come Bixio, Numa, Tati Celio e altri, chi per una ragione chi per un' altra smisero l'attività.
Il comitato del club si vide costretto a costruire una squadra formata per la metà da diciottenni cosi mi ritrovai catapultato per la prima volta a dover disputare un campionato nella massima categoria di lega nazionale. Un grande onore.
Cominciò cosi su questa pista una grande quantità di sensazioni che solo un ambiente unico come la Valascia ti può dare. Ho calcato tante piste in Svizzera e all'estero, in nessuna ho mai trovato quella magia. Personalmente con il tempo vedo la Valascia come una Old Lady (Vecchia Signora).
Ti senti protetto. Ed in effetti giocatori di altre squadre mi hanno sempre affermato che alla Valascia si sentivano intimoriti per il grande ambiente.
Ho giocato quando la pista era ancora scoperta.
Le partite si disputavano ancora alla domenica pomeriggio.
A quei tempi la Valascia era un anfiteatro, a volte con giornate dal cielo sereno a volte nevicava, freddo pungente ma attorniata da montagne innevate che creavano un ambiente e una magia come decantava il giornalista Virgilio Nova nei suoi scritti sportivi.
Un ricordo speciale l'ho vissuto nella finale di coppa Svizzera vinta contro il Villars.
Immaginatevi ca 8000 spettatori pressati gli uni agli altri che contemporaneamente gridavano a squarcia gola Ambri... Ambri, vi posso garantire che l'urto d'onda in pista ti faceva vibrare tutto il corpo. Tutto questo lo davano si i tifosi i giocatori ma sopratutto la magia dalla Valascia.
Bisogna pur dire che nel tempo ci sono state diverse pagine gloriose.
Valascia:
In più di 80 anni durante i quali mi hanno costruita, modificata, ampliata, mi hanno perfino messo un tetto, vorrei poter esprimere alcune cose:
Non ho mai tremato dal freddo quando per mesi non vedevo il sole, quando mi nevicava sopra, quando mi allertavano del pericolo di valanghe, ho però tremato tante volte quando centinaia di persone, centinaia di giocatori, migliaia di tifosi hanno contribuito a fare la storia del club, ma tutto ciò è stato possibile grazie a gente che amo e mi ama.
Ora è giunta l'ora di congedarci, ho fatto il mio tempo, girerò lo sguardo di novanta gradi per un ultima volta immaginando il sedime erboso del 1935 quando i giovani di all'ora litigavano per avere un campo di calcio oppure la pista di ghiaccio. Non mi sento triste, semplicemente perché veniamo al mondo con niente e alla dipartita non portiamo via niente.
Per tutti noi che l'abbiamo vissuta possiamo solo dire: GRAZIE VALASCIA.