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Non son degno di te
Parole durissime di Edmond Isoz nei confronti della (probabile) nuova Super League
Pubblicato il 23.05.2023 08:17
di Red.
A due giornate dalla fine, cinque squadre su dieci sono in corsa per la promozione in Super League. È la realtà di una Challenge League molto equilibrata, arrivata a giocarsi tutto negli ultimi 180 minuti. Questa sera ne sapremo di più (forse). A strappare l’undicesima e dodicesima casella della «nuova» Super League, potrebbero infatti essere realtà non di primo piano. A livello di tradizione, di budget e/o sul piano infrastrutturale.
Edmond Isoz, intervistato dal Cdt, non esita a parlare di «pericolo». E a suggerirlo, sottolinea l’ex direttore della Swiss Football League, sono «la storia e le sue statistiche». Isoz fa riferimento a condizioni indispensabili: «Il potenziale di spettatori, di sponsor e di popolazione. Criteri che - insieme a infrastrutture e tradizione - reputo determinanti per mantenere un’organizzazione di alto livello». Prendiamo il pubblico. Per la maggioranza delle dirette interessate i numeri parlano chiaro. Lo Stade Losanna ha la penultima media spettatori (1.136); Yverdon - rinvigorito dalle ultime giornate - e Wil non sono messi meglio con 1.350 e 1.408. E aggiunge un altro pericolo: «Questi tre club, che di base non avrebbero nulla da spartire con la Super League, hanno in comune la struttura societaria: fanno affidamento sui fondi di una sola persona, da cui dipende oltre il 50% dell’impegno finanziario». Parliamo di tre imprenditori: Mario Di Pietrantonio (Yverdon), Maurice Weber (Wil) e Vartan Sirmakes (Stade Losanna).
Insomma, il rischio è dietro l’angolo: «I budget sono limitati e di riflesso la qualità delle rose. Di più: il rischio di fallimento o difficoltà finanziarie è dietro l’angolo. Il patron dell’Yverdon, non a caso, è in trattative avanzate per cedere il club».
E poi ci sono gli stadi, tema sul quale la Swiss Football League sembrava essere molto severa fino a poco tempo fa: «In cambio della retromarcia sui playoff da parte dei club di Challenge League, lo Young Boys ha tirato le fila affinché venisse accolta l’attenuazione dei requisiti per gli stadi della Super. Peccato che proprio gli impianti costituiscano le fondamenta per gli incassi di una società. Speculare su modernità e hospitality, insomma, rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol”.
Ecco che la nuova Super League, stando alle parole di Isoz, rischia di iniziare con il passo sbagliato.