CALCIO
Un calcio che si chiama desiderio
Il talentuoso diciottenne granata Ranjan Neelakandan spera di giocare col Thun
Pubblicato il 23.05.2023 12:40
di Enrico Lafranchi
Giocherà stasera? Ranjan Neelakandan non ne sta più nella pelle, stasera spera di esserci almeno per 45 minuti. Allo stadio ci verranno i genitori e anche tanti amici ed ex compagni del Team Ticino. Alla finale del Torneo di Pasqua si era messo in luce per la sua pericolosità sotto rete. Il Team Ticino, allenato dal bravo Andrea Lanza (ingaggiato per la prossima stagione dal Taverne di Carlo Burà), aveva conteso sino ai rigori la vittoria alla fortissima Union Berlin. Non era affatto contento di essere stato premiato soltanto quale migliore realizzatore della Wambo Cup, sperava di ricevere la coppa di migliore giocatore. Una delusione non da poco che avevamo fatto notare a Nando Cocimano: “È giusto che un giovane manifesti questi stati d’animo. Dimostra che ha un forte carattere, virtù necessaria per continuare a crescere”.
In granata Ranjan ci è arrivato all’età giusta (“Ringrazio l’ACB per avermi fatto questo regalo”). Parafrasando il titolo del famoso film di Elia Kazan per il diciottenne di Novazzano quella che al momento si può definire un’avventura è soprattutto “un calcio chiamato desiderio”. Il suo presente, ma certamente anche il suo futuro è ancora tutto da scrivere. È normale che speri di avere qualche possibilità in più nelle due rimanenti partite del Bellinzona di Zanetti. 
Qual è stata la gara del tuo debutto? 
“In casa contro l’Aarau, una grande emozione!”. 
Ti è passata l’amarezza del Torneo? 
“Beh, l’ho cancellata per cercare emozioni ancora più forti”. 
L’impatto con la Challenge League come è stato? 
“Rispetto alle giovanili è un campionato sicuramente molto più fisico e difficile. Mi dà però una grande carica, sono felice di giocare a questi livelli. Non vedo l’ora di dare ancora delle dimostrazioni”. 
Come ti trovi con Zanetti? 
“Molto bene, Zanetti è un mister in gamba. Si concentra su ogni giocatore, c’è un buon rapporto. Mi piace molto questo suo atteggiamento”.
E con il gruppo?
“Il clima è buonissimo, siamo un gruppo affiatatissimo. Per me è un incitamento a dare il massimo, a migliorarmi. Ho tanto da imparare da loro”. 
Il tuo idolo calcistico?
“Ronaldinho! È il giocatore che sapeva fare divertire, già da piccolo mi ispiravo a lui… Inarrivabile naturalmente, ma è rimasto il mio giocatore preferito”.
Se non proprio il migliore del mondo, come si era riconosciuto lui stesso in un’intervista, chi è il tuo attuale ‘modello’? 
“Rafael Leao, mi piacciono le sue giocate”.
Bellinzona per sempre o trampolino di lancio?
“Bella domanda, vediamo che cosa mi riserverà il futuro…”.
Di questo ragazzo, al di là di quello che pensa (o sogna?) colpisce la sua gioia di giocare a calcio. Non deve avere citato Ronaldinho a caso.  L’asso brasiliano vent’anni fa aveva dichiarato al noto reporter Paolo Menicucci: “Niente nella vita mi rende più felice del calcio…”. Auguri Ranjan!