Calcio
Nel segno del Toro
Lautaro Martinez è uno dei migliori centravanti del mondo e lo dimostra
Pubblicato il 25.05.2023 06:32
di Angelo Lungo
Il calcio è fatto di tattica, ci sono poi gli schemi e anche l'organizzazione. Eppure la differenza la fanno i giocatori, il singolo che frantuma l'equilibrio, imprime il suo marchio, esprime un principio ordinatore. Fiorentina-Inter l'ha decisa la classe di Lautaro Martinez. L'argentino fa parte di una specie rara: il centravanti. Ce ne sono pochi in circolazione e che sono capaci di andare in doppia cifra. Costano, poiché sono diventati davvero merce rara. Il nerazzurro è uno dei migliori al mondo. Il gol non gli manca: ne ha segnati 27 nel corso della stagione, con l'Inter ha superato quota 100. Lautaro manifesta uno straordinario attaccamento alla maglia che indossa: lotta, sbuffa, combatte, respira e colpisce. È completamente immedesimato nell'Interismo, ne ha introiettato il suo spirito. Non è plateale nei gesti, la sua sua postura è sempre composta. Sul pallone si avventa, non teme l'avversario, lo sfida ma lo rispetta. Prende le botte, ma non si ferma, si rialza e carica. La sua maturazione sportiva è completa, la sua emotività ora riesce a controllarla, scomparsi gli interventi ruvidi sui difensori, che sono calibrati, e interruzione delle proteste plateali. Fuori dal terreno verde non è un personaggio, si muove con circospezione, è un riservato. È il campo il suo teatro, il palcoscenico dove mostra la sua forza e il suo talento. Il suo volto è impassibile ma l'Inter la vive intensamente. Piangeva al temine dell'ultimo campionato, versava lacrime pudiche e strazianti, mentre i cugini festeggiavano a distanza il titolo. Il secondo gol messo a segno contro i viola è un “golazo”. Un'esecuzione splendida, il gesto è sublime, un connubio di estetica e vigoria atletica. Per mesi si è sobbarcato sulle spalle l'attacco della Beneamata. Il suo partner ideale è Lukaku, i due si completano, si cercano, si vogliono. Sanno che possono essere letali e implacabili. Sono sospinti da una tifoseria: che vive di sogni e non di ossessioni, come diceva quel tale di Setubal. Oltre non c'è l'orizzonte ma... perché questa è un'altra storia.