Erano
gli anni Settanta, tempi riottosi e inquieti. Una generazione era
idiosincratica con la Legge del Padre, non era una semplice
contestazione ma la considerava illegittima e ipocrita. La
televisione stava per prendere il sopravvento, la potenza del medium
era evidente, si potevano raggiungere milioni di persone celermente,
se ne poteva influenzare le opinioni, si poteva decidere quale tipo
di narrazione proporre. Sui teleschermi comparvero dei cartoni
animati molto particolari, provenivano dal Giappone, i protagonisti
erano dei robot giganti, si chiamavano: Mazinga Z; Goldrake;
Jeeg. Colori psichedelici, una battaglia continua, sigle
accattivanti, il successo fu immediato. Erano gli “anime” ed
erano tratte dai “manga”. Il mondo del fumetto aveva prodotto
storie incredibili e la televisione ne fece delle serie. L'inventore
di questi robot è un maestro del fumetto, si tratta di Go Nagai,
il cui vero nome è Kiyoshi Nagai. Quest'ultimo è restio a
parlare ed è refrattario alle dichiarazioni. Ma ha rilasciato una
lunga intervista alla rivista “Robinson”, l'inserto culturale de
“la Repubblica”. Racconta che la passione per il fumetto l'aveva
sin da quando era bambino e la coltivò nonostante l'avversità dei
genitori. I robot li scoprì leggendo le avventure di Astroboy
ideato da Osamu Tezuka. Sostiene che i suoi robot sono “un
concentrato di scienza e tecnologia”, mentre i supereroi americani
sono “super umani, a volte alieni, o anche dei dei, o persone con
poteri sovrannaturali”. Mazinger Z,
ma anche gli altri, all'improvviso si assemblava, erano i
“componenti”, e indossava una sorta di armatura, somigliava a un
guerriero medievale. La missione era difendere la Terra da nemici
terribili e pericolosi. A guidare queste macchine era un uomo, degli
eroi dalla psicologia complessa. La distinzione del bene e del male
non era così chiara. Go Nagai
è provocatorio: “Io credo che nessuno sia completamente buono o
completamente malvagio. Gli esseri umani vengono forgiati
dall'ambiente in cui vivono. Chiunque per me, in base alle proprie
esperienze e alle circostanze intorno a lui, può diventare un buono
o un cattivo”. È convinto che nel cuore degli esseri umani
“alberghi un'energia violenta”. I “manga” e gli “anime”
contribuiscono “a sfogare questa violenza in un mondo di fantasia”
anziché nel mondo reale. Anche perché la storia umana “è una
storia di guerra e violenza”. Ma la speranza si può cogliere, si
trova nella dimensione della possibilità.
Fumetti
"Si trasforma in un razzo missile"
Quando diventarono degli eroi, erano dei guerrieri per la pace