Fumetti
"Si trasforma in un razzo missile"
Quando diventarono degli eroi, erano dei guerrieri per la pace
Pubblicato il 26.05.2023 11:57
di Angelo Lungo
Erano gli anni Settanta, tempi riottosi e inquieti. Una generazione era idiosincratica con la Legge del Padre, non era una semplice contestazione ma la considerava illegittima e ipocrita. La televisione stava per prendere il sopravvento, la potenza del medium era evidente, si potevano raggiungere milioni di persone celermente, se ne poteva influenzare le opinioni, si poteva decidere quale tipo di narrazione proporre. Sui teleschermi comparvero dei cartoni animati molto particolari, provenivano dal Giappone, i protagonisti erano dei robot giganti, si chiamavano: Mazinga Z; Goldrake; Jeeg. Colori psichedelici, una battaglia continua, sigle accattivanti, il successo fu immediato. Erano gli “anime” ed erano tratte dai “manga”. Il mondo del fumetto aveva prodotto storie incredibili e la televisione ne fece delle serie. L'inventore di questi robot è un maestro del fumetto, si tratta di Go Nagai, il cui vero nome è Kiyoshi Nagai. Quest'ultimo è restio a parlare ed è refrattario alle dichiarazioni. Ma ha rilasciato una lunga intervista alla rivista “Robinson”, l'inserto culturale de “la Repubblica”. Racconta che la passione per il fumetto l'aveva sin da quando era bambino e la coltivò nonostante l'avversità dei genitori. I robot li scoprì leggendo le avventure di Astroboy ideato da Osamu Tezuka. Sostiene che i suoi robot sono “un concentrato di scienza e tecnologia”, mentre i supereroi americani sono “super umani, a volte alieni, o anche dei dei, o persone con poteri sovrannaturali”. Mazinger Z, ma anche gli altri, all'improvviso si assemblava, erano i “componenti”, e indossava una sorta di armatura, somigliava a un guerriero medievale. La missione era difendere la Terra da nemici terribili e pericolosi. A guidare queste macchine era un uomo, degli eroi dalla psicologia complessa. La distinzione del bene e del male non era così chiara. Go Nagai è provocatorio: “Io credo che nessuno sia completamente buono o completamente malvagio. Gli esseri umani vengono forgiati dall'ambiente in cui vivono. Chiunque per me, in base alle proprie esperienze e alle circostanze intorno a lui, può diventare un buono o un cattivo”. È convinto che nel cuore degli esseri umani “alberghi un'energia violenta”. I “manga” e gli “anime” contribuiscono “a sfogare questa violenza in un mondo di fantasia” anziché nel mondo reale. Anche perché la storia umana “è una storia di guerra e violenza”. Ma la speranza si può cogliere, si trova nella dimensione della possibilità.