CALCIO
Riportiamola a casa!
Tra poche ore il Lugano ci prova contro lo Young Boys: una sfida affascinante e senza pronostico
Pubblicato il 04.06.2023 08:36
di L.S.
È il grande giorno, quello per cui non ci sarà un domani.
Oggi bisogna vincere e riportare a casa la Coppa conquistata un anno fa.
È facile, quasi retorico, dire che non si può sbagliare, eppure è proprio così. Lo sport non premia (quasi) mai il secondo, a volte addirittura lo deride, figuriamoci in una finale, dove c’è chi bacia la medaglia e chi se la sfila dal collo. Lo abbiamo visto soltanto qualche giorno fa.
Vincere ti regala l’immortalità, ti stampa sulla pelle l’eternità di quelle emozioni: perdere ti getta nella devastazione più profonda, cancellando d’abrupto tutto ciò che è stato il trionfale percorso fatto per arrivare fin qui.
Il calcio, ma sarebbe meglio dire lo sport in generale, è tanto bello quanto spietato. E oggi non sarà diverso.
Guardate il San Gallo dello scorso anno: dopo quella finale non è più stata la stessa squadra. E il campionato di quest’anno è lì a dimostrarlo.
E il Lugano? È cresciuto, ha preso forza da quel trofeo, è andato avanti nel suo progetto. Un’altra (incredibile) finale e un meraviglioso terzo posto in classifica, senza contare la crescita esponenziale di alcuni suoi giocatori.
Merito di Croci-Torti, certo, ma anche di una società che ha scelto i “cavalli” di talento e li ha dati in mano all’uomo giusto. Tutto questo  mentre dietro le quinte, silenziosamente, il club lavorava con un’ambizione sconosciuta alle nostre latitudine: sia sul fronte dello stadio che nello sviluppo delle varie aree del club che ancora potranno venir potenziate.
Ma adesso siamo qui e respiriamo l’aria inebriante della vigilia, assieme a 11616 tifosi bianconeri: un record che non ha nulla a che vedere con la gente che solitamente popola Cornaredo. Ma questo è un altro discorso e oggi non è il momento di affrontarlo.
Lugano è amato dai suoi tifosi dalla sua gente e questo è un buon punto di partenza. Il resto, forse, arriverà.
Ora tocca a Croci-Torti e ai suoi ragazzi.
I bianconeri arrivano da undici partite senza perdere e il Crus, in conferenza stampa, ha fatto capire con veemenza, che non è venuto qui per farsi sbranare dagli orsi. Ma semmai per domarli. C’è consapevolezza nel gruppo, c’è voglia di stupire ancora, coscienti che l’impresa è difficile ma non impossibile.
La fiducia, costruita in questi ultimi mesi, oltre che nella finale dello scorso anno, si chiama anche Celar-Aliseda-Steffen, forse la cosa più bella vista sui campi del nostro paese ultimamente. Un tridente che lo Young Boys e il suo allenatore Wicky avranno sicuramente studiato.
Le parole del Crus poggiano però su una realtà consolidata, su una squadra che è cresciuta nel tempo, grazie alla duttilità di Doumbia, all’esperienza di Sabbatini e alla maturazione di uomini come Bislimi e Hajdari. C’è la sensazione che se esistesse un momento perfetto per giocare quella partita, quello, è proprio oggi.
Ma che gara vedremo al Wankdorf? Sulla scorta delle ultime sfide giocate dal Lugano, la sensazione è che i bianconeri non si limiteranno a difendere. Con quelle bocche da fuoco sarebbe un peccato.
Difficile, per non dire impossibile, prevedere la formazione che scenderà in campo, anche perché in questo girone di ritorno quei giocatori che avevano addosso l’etichetta di “riserve”, hanno fatto decisamente un passo avanti e messo in “difficoltà” il tecnico del Lugano. Parliamo ovviamente di Macek, Hajrizi, Belhadj, Espinoza e lo stesso Bislimi.
Senza dimenticare naturalmente due uomini che anche oggi potrebbero risultare decisivi entrando nella seconda parte di gara: il primo è Amoura, che è in una forma straordinaria e ultimamente è apparso imprendibile, mentre il secondo è Bottani. È vero che l’enfant du pays non arriva a questa finale nelle condizioni migliori, ma la sua classe e la sua determinazione, potrebbe rivelarsi importante. Meglio non dimenticarsi mai del numero dieci. Il passato insegna.
E adesso andiamo tutti allo stadio che l’aria inizia a farsi frizzantina.
Un brivido ci percorre la schiena, è quel fremito che soltanto le partite che entrano nella storia ti regalano.
Noi siamo pronti per riportarla a casa.