CALCIO
"Più che un club una famiglia"
È lo slogan dello Stade Losanna, neopromosso in Super League
Pubblicato il 08.06.2023 03:53
di Enrico Lafranchi
I tifosi sono soliti nutrirsi di emozioni, di slanci di cuore. È stata una serata di grande festa nella obsoleta (?) Pontaise dove gioca lo Stade Losanna attirando si e no 1000 spettatori a partita, dunque una squadra senza futuro (?) - da come ragiona Edmond Isoz, ex direttore della SFL - che gioca le sue partite nell’ex stadio Olimpico (mentre da neopromossa in ChL era costretta a emigrare a Nyon). 
Per SLO-Sion si è registrata un’affluenza di quasi 11 mila spettatori, dopo che in Vallese si era sfiorato il tetto dei diecimila. Come dire che i due spareggi sono stati vissuti da 20 mila appassionati! 
Il match – al di là del verdetto finale che ha condannato il Sion alla retrocessione dopo 17 anni – ha ovviamente regalato una grande gioia ai tifosi vodesi. Si è vista in campo una squadra rigurgitante di orgoglio (fedelissima allo slogan societario “Più che un club siamo una famiglia”). Sì, gli uomini di Braizat hanno dato l’anima, giocando con il piglio di una squadra che sa dove vuole arrivare. Troppo in alto Monsieur Isoz? La serata del trionfo era stata preceduta a Ouchy (benedetta periferia dove il calcio vivacchia con qualche centinaio di tifosi…, secondo l’ex direttore) da un’attesa spasmodica. Cosa chiedere di più? Domandatelo al Lugano che al Wankdorf ha giocato davanti a una cornice di pubblico che il Cornaredo raggiunge giocandoci dieci volte…
Con la promozione lo Stade oltre ad essersi conquistato molte simpatie ha messo in crisi anche i pregiudizi di chi, ottusamente, non ha mai visto di buon occhio, oggi come ieri, che il calcio possa vivere dignitosamente anche fuori dalle grandi città. SLO sarà sicuramente uno scomodo compagno di viaggio per Young Boys, Lugano, Basilea, però la Super League se l’è ampiamente meritata. Traguardo assolutamente non programmato: “Nessuno di noi ha in animo di progettare la promozione in SL – aveva dichiarato il mister alla terza di campionato (ACB-SLO 1-4). Dobbiamo stare con i piedi per terra, potranno anche arrivare momenti difficili”.
È ciò che è successo dopo la pausa invernale. La squadra ha iniziato il girone di ritorno perdendo tre partite di fila contro Losanna, Yverdon e Wil. L’Ecodellosport aveva scritto: “Nelle prime quattro partite lo Stade ha ottenuto solamente 1 punto (col Thun), esattamente come il Bellinzona (1-1 con il Losanna). Ha chiaramente perso terreno rispetto alle tre formazioni di testa, ma occupa pur sempre il quarto posto in classifica con 11 punti in più dei granata” (che a quel momento ambivano ancora alla promozione…).
Le cose sono poi andate come sappiamo. Il Bellinzona ha continuato a perdere, Pablo Bentancur è stato costretto a cambiare di nuovo allenatore per salvare quello che ancora si poteva salvare (il posto in ChL). I vodesi hanno invece recuperato la terza posizione in graduatoria conquistando 17 punti nelle ultime sette gare (qui dobbiamo purtroppo includere la solenne ‘stangata’ inflitta a Tosetti e compagni negli ultimi 90 minuti).
Ma ciò che ha colpito martedì, lasciatemelo ripetere, è stato il “timbro” che il pubblico ha riservato alla partita tra una squadra di Challenge League e una di Super League (che oggi sono a tutti gli effetti due ex). È così che il calcio va amato. E anche giudicato.