CALCIO
"Chiasso, se avessimo continuato insieme..."
L'ex giocatore e allenatore rossoblù Alessandro Lupi tra presente, passato e futuro
Pubblicato il 09.06.2023 09:17
di Carlo Scolozzi
In campo ce lo ricordiamo come un centrocampista dalla generosità emblematica, capace di correre per due e azzannare con profitto le caviglie degli avversari. Teneva insomma fede al suo nome il buon Alessandro, che sul rettangolo verde aveva una fame da... Lupi. Oggi è in un momento esaltante della sua carriera di Mister e si racconta all'Eco dello Sport a 360°.
Mister, complimenti al suo Monza Primavera, che ha vinto con merito il campionato di Serie B della categoria giovanile.
"Grazie, in effetti è stata una grande soddisfazione, in quanto la vittoria finale non era assolutamente nelle nostre previsioni iniziali. L'obiettivo, infatti, era quello di agganciare i playoff. Poi, attraverso un lavoro importante è stato ottenuto un risultato strameritato. Il segreto? I giocatori hanno interiorizzato tutti i principi di gioco".
Parafrasando si può dire che se Atene sorride, Sparta addirittura se la ride: in soldoni, è andata benissimo anche alla prima squadra del Monza, miglior neopromossa in A d'Europa. 
"Sono molto contento, è stato fatto un grande lavoro, a monte, dalla dirigenza. Mi riferisco al presidente Silvio Berlusconi e al Dottor Adriano Galliani, due personaggi che con due aggettivi definirei vincenti e grandiosi. I giusti meriti vanno ascritti anche a Mister Raffaele Palladino e al suo staff. Insomma, è stata un'annata straordinaria sia per la prima squadra che per la Primavera".
Palladino è partito dalle giovanili, Lupi sogna di emularne il cammino?
"Non guardo così in là, mi concentro sul presente e sono felice innanzitutto di poter allenare e di essere valutato per il lavoro che faccio sul campo. Sono un allenatore sereno, che agisce nell'ambito di uno staff molto coeso. Poi, è logico, tutti quelli che svolgono il mio mestiere sognano in grande".
Dal Monza al Milan, ora: lei che è stato in rossonero, come giudica l'allontanamento repentino del direttore tecnico Paolo Maldini, avvenuto negli scorsi giorni?
"Difficile, da fuori, capire cosa sia successo veramente. Penso che ci sia stata una diversità di vedute con la proprietà. Sicuramente Paolo ha lavorato bene nelle vesti di dirigente: ha infatti dimostrato che si può vincere uno scudetto e andare avanti in Champions League con una squadra giovane. Non l'ho ancora sentito, ma mi farò senz'altro vivo con lui, tramite una telefonata o un messaggio".
Dal Milan ai cugini dell'Inter, che domani affrontano il Manchester City in finale di Champions.
"Queste partite fanno sempre storia a sé. Si rivelano insomma sfide equilibrate, che sfuggono ai pronostici. La squadra di Guardiola la vedo avvantaggiata nel comando del gioco e ritengo che si installerà nella metà campo avversaria. La compagine di Simone Inzaghi, comunque ben organizzata, punterà invece sulle ripartenze e sulle sue grandi individualità".
Last but not least, la chiusura della nostra intervista è dedicata a un suo vecchio amore: il Chiasso.
"Da giocatore ho ricordi bellissimi, mentre per quanto riguarda l'esperienza da Mister, beh, è durata davvero troppo poco... Purtroppo sono subentrato, poi c'è stata la pandemia e giocavamo in un campionato senza retrocessioni. C'era un progetto che però non si è concretizzato e il mio dispiacere per come sono andate le cose è tuttora vivo. Sono convinto che, se avessimo proseguito insieme, saremmo stati capaci di ottenere grandi risultati. Ma non rinnego quei mesi, perché mi hanno fatto crescere. Seguo ancora volentieri il calcio svizzero, che è di buonissimo livello, e spero un domani di avere un'altra chance in terra elvetica. Dove ho lasciato, ripeto, un lavoro appena iniziato. Alla città e ai tifosi del Chiasso auguro invece di vedere la propria squadra tornare presto ai palcoscenici che merita".
(nella foto da sinistra Alessandro Lupi e Adriano Galliani)