L'attesa
e la speranza sono legate a quello che verrà. La prima è stretta
alla realtà, la seconda è una promessa. Una diventerà concreta,
l'altra potrebbe essere solo illusione. L'Interismo aspetta:
stranamente senza eccessivi strazi esistenziali. La Beneamata ha
conquistato una finale, in una maniera che è consona alla sua
natura: dove l'improvviso si manifesta in modo dirompente e senza
avvertire. Eppure tutto sembra scritto: l'avversario è troppo forte.
Non c'è scampo, il destino è segnato. La differenza tecnica è
acclarata. Il City è considerato quasi imbattibile, in questo
momento si ritiene che non abbia punti deboli. E coronerebbe la sua
marcia: un trionfo annunciato e programmato. Sancirebbe la supremazia
della Premier e dei suoi facoltosi finanziatori. L'approccio dei
milanesi appare blando, lo scopo precipuo è quello di limitare i danni. La stagione è
annoverata tra quelle positive. La finale è il premio, oltre non si
può andare. La colonna sonora potrebbe essere “Comfortably Numb”
dei Pink Floyd. Il libro “L'attesa e la speranza” di Eugenio
Borgna. Il film “Fino all'ultimo respiro” di Jean-Luc Godard. Me I
nerazzurri si fanno coraggio e rammentano le famose parole di Mourinho: il
sogno può prevalere sull'ossessione. Il niente da perdere contro la
condanna a vincere. E poi ci sarebbe anche il fato. Nulla si può
quando la divinità decide di sconvolgere i piani ambiziosi degli uomini.
Eupalla dovrebbe tendere la sua mano magnanima in difesa del più
debole. Dileggiare chi si credeva sicuro di sé e padrone del
proprio destino, ristabilire l'equilibrio. Come è complicato essere interisti. Una passione
senza confini, senza fine e di cui non si può fare a meno. Un legame
dove l'incertezza è prevalente, e la volubilità si appalesa di
continuo con sfaccettature inedite. Si comprende ma non si capisce.
Vienna (1964), Milano (1965), Lisbona (1967), Rotterdam (1972),
Madrid (2010) ma da dove è sbucata Istanbul? Nessun presagio,
nessuna sensazione. Ma l'atarassia non è consentita.
E
allora non resta che affidarsi alle parole di quel tale di Recanati,
che scriveva: “Senza le illusioni non ci sarà mai grandezza di
pensieri, né forza, impeto e ardore d'animo, né grandi azioni che
per lo più sono pazzie”. Perché è Giacomo Leopardi il poeta di
quelli dell'Inter.
Champions League
Attesa senza speranza
La leggerezza dell'Inter contro la forza del City