CALCIO
Non ci guarderemo
Non vedremo la finale: loro in Turchia a correre, noi in Pasquei a suonare
Pubblicato il 10.06.2023 06:40
di Giorgio Genetelli
Non vedremo la finale e la finale non vedrà noi. Loro in Turchia a correre in calzoncini, noi in Pasquei a suonare. E che non ci vengano a dire che è meglio la finale neh? Che il City non l’ha mai vinta e che l’Inter manca dal 2010, che scià e che là, che occorre tifare contro o per, che la sorpresa, che lo squadrone e il pronostico, che niente gioco, che appagati, che tesi. Che non ce lo dicano, sarebbe quasi offensivo. Ci sono squadre che cambiano dieci giocatori all’anno e hanno budget giganteschi, come il City, eppure la Champions è tabù; L’Inter, che pure spende più del lecito, ultimamente è meno bauscia, ma sotto sotto ha quell’idea di mondo da salvare. Noi, gratis. Non la vedremo e lei non vedrà noi, la finalona. Però De Bruyne lo guarderei di soppiatto, come da un tavolino all’aperto si guarda passare una cosa sensuale o incantatrice. Anche Onana con quell’aria di attraversare i binari fischiettando con il treno a due metri. C’è il fervente Acerbi che sembra inciampare come al circo e poi non è vero. O Rodri che si infila la maglia nelle braghette come da piccolo, sarà la mamma a dirglielo. Una bella umanità, bisogna riconoscerlo. Anche il norvegese lì che scuote la terra come Odino, quel piccolino sardo a centrocampo che incorna tutto. Ce n’è di roba, ma noi non possiamo, abbiamo un appuntamento dopo 36 anni, abbiamo lavorato senza un ghell, forse non ci sarà nessuno. Non come loro.