CALCIO
Parlare va bene, parlarsi è meglio
Lukas Fähndrich, arbitro della finale di Coppa, spiega alcuni episodi molto discussi
Pubblicato il 10.06.2023 07:24
di L.S.
Lukas Fähndrich, l’arbitro della finale di Coppa Svizzera, ha parlato. È tornato su una sfida che dal punto di vista arbitrale ha fatto parecchio discutere.
Bello che il direttore di gara sia tornato sugli episodi incriminati, come il rosso non dato a Blum, prima della mezz’ora, per un bruttissimo fallo su Valenzuela. Un’entrata che se rivista al VAR, avrebbe probabilmente portato all’espulsione del giocatore dello Young Boys, invece di un giallo che è sembrato troppo poco.
È una situazione al limite, ha ammesso l’arbitro al Cdt. Penso che se avessi estratto il rosso, il VAR non mi avrebbe corretto”.
Cosa vuol dire questa frase? Che il VAR, probabilmente, pensava che fosse rosso. E allora perché non è intervenuto? A lasciato all’arbitro la valutazione dell’intervento, ritenendo che dal campo avesse una visuale perfetta per decidere il colore del cartellino.
Se è vero, come dice Wermelinger, che il VAR non deve fare il detective, crediamo che non farebbe male a nessuno se l’arbitro andasse a rivedere questo tipo di scene. Non è forse meglio una volta in più, che una volta in meno? E ogni tanto, tirando fuori un coraggio estremo, rimanendo magari con la propria idea. Cosa che purtroppo si vede raramente.
Sul 2 a 0 di Nsamé si parla di un possibile fallo dell’attaccante giallonero, ma la sensazione è che il portiere del Lugano sia uscito troppo “molle”. Anche perché, ricordiamolo, il portiere è protetto soltanto nell’area dei cinque metri, altrimenti viene giudicato come un qualsiasi altro giocatore. Sempre Fähndrich: “Né Nsame, né Saipi hanno fatto dei gesti sanzionabili, il contatto c’è, e probabilmente se fosse accaduto a centrocampo lo avrei fischiato, ma qui è un altro discorso. Penso sia la decisione giusta, d’altronde il VAR non mi ha richiamato».
Che il VAR non l’abbia richiamato non è comunque una garanzia, come abbiamo visto sopra. Ma in questo caso, ancorché difficile da prendere, la decisione sembra essere quella giusta.
Infine, una decisione questa volta che sembra favorevole al Lugano. Sul 2-1, Hajdari trattiene Elia in area e gli impedisce di tirare in porta da pochi metri. «La trattenuta c’è, l’ho vista dal campo, - commenta Fähndrich-, ma anche Elia ha trattenuto Hajdari tirandogli la maglia qualche istante prima. È stato il mio guardalinee ad aiutarmi in questa situazione, perché a dire il vero ero vicino a fischiare rigore. Alla fine, ho preferito lasciar correre, e Sandro Schärer al VAR mi ha detto che era tutto okay». 
Ecco una bella collaborazione tra VAR e arbitro: al di là, ovviamente, della correttezza o meno della decisione.
Insomma, di lavoro da fare ce n’è ancora tantissimo, ma il fatto di parlare e di spiegare le proprie decisioni, non può far altro che migliorare il rapporto tra arbitri, squadre e tifosi. Ora, se si parlassero più spesso anche con il VAR, sarebbe meglio.
Intanto un primo passo è stato fatto, per il resto vedremo.