Calcio
Quanto vale una Champions
Il frutto dei copiosi investimenti degli arabi
Pubblicato il 12.06.2023 05:07
di Angelo Lungo
Si era nel 2009, Tevez fu acquistato dal City. Ferguson, leggermente adirato per la vicenda, affermò che: “A volte hai un vicino rumoroso e non puoi farci niente”. Aggiunse: “È un club piccolo con una piccola mentalità”. E rammentava: “Tutto quello di cui possono parlare è il Manchester United”. Ma la storia cambia, specie quando si hanno a disposizione mezzi potenti e le risorse finanziarie sono infinite. Gli “sky blues” hanno ribaltato Manchester, il blu risplende nel cielo e il rosso sembra, da anni, sbiadito. Il City è la forza del presente, lo United rappresenta la gloria del passato. Gli arabi dell'Abu Dhabi United Group, proprietari del club dal 2008, hanno impresso il loro marchio in maniera indelebile. Alzare al cielo la Champions fa oltrepassare il confine e consente di arrivare nel territorio di quelli che ce la fanno. È lo spirito della contemporaneità: c'è solo il successo, il resto è fallimento. L'investimento è stato massiccio: oltre 2 miliardi di euro, solo il Chelsea, in questo lasso temporale, ha speso di più. L'esperimento è costato, ma ha avuto l'esito che legittima, nella forma, definitivamente. Ora possono procedere e la sensazione è quella che non si fermeranno. Il vero salto di qualità è avvenuto con l'ingaggio di Guardiola, con l'arrivo dello spagnolo sono stati vinti oltre il 46% dei titoli giocati. Ma la vittoria della Premier non bastava, era considerata superflua, aleggiava un senso di incompiuto, tutto era irrisolto. Spiega Pep: “La Champions dà senso alle cinque Leghe”. Un significato è stato trovato e il lavoro è stato finito. Ecco l'eredità che era fondamentale per proiettarsi nel futuro. Ma il calcio ammirato durante l'arco della stagione in finale non si è visto. È stato necessario, per battere i coriacei nerazzurri, un aiuto particolare, lo rivela Guardiola: “Era scritto nelle stelle”. È il fato e contro non ci può fare niente. Certo, avere tanti soldi a disposizione aiuta. Ma il fato non dovrebbe tendere a ristabilire l'equilibrio? E soccorrere i più deboli? Ma come diceva Oscar Wilde: “Le domande non sono mai indiscrete. Lo sono, talvolta, le risposte”.